Cina in ginocchio a causa di un violento terremoto che alle 8 del mattino locali – le 2 di notte in Italia – ha colpito la provincia del Sichuan, nel sud-ovest del Paese. Al momento – il bilancio delle vittime è ancora provvisorio – si contano almeno cento morti e centinaia di feriti: secondo alcune fonti locali, almeno mille.
L’epicentro del sisma è stato individuato nella città di Yàan, nel sud ovest della Cina, che si trova a 140 chilometri da Chengdu, la capitale della provincia.
Secondo le autorità cinesi il sisma ha avuto una magnitudo pari a 7, mentre l’istituto sismologico americano parla di magnitudo 6.6 della scala Richter. L’istituto di geofisica e vulcanologia italiano (Ingv) parla invece di magnitudo momento (mw) 6.9 e fissa l’ipocentro della scossa ad appena 16 chilometri di profondità. La scossa è stata avvertita sia a Chengdu che nella vicina metropoli di Chongqing.
Nella zona colpita dal terremoto sono attivi circa seimila soccorritori, tra cui duemila soldati dell’Esercito di liberazione popolare. Il premier Li Keqiang si è recato sul posto con un elicottero militare. Il capo del governo di Pechino ha assicurato che verranno prese «tutte le misure possibili» per aiutare le vittime e minimizzare i decessi.
L’aeroporto di Chengdu è stato chiuso per alcune ore per permettere di organizzare i soccorsi. I residenti affermano che la zona del disastro è costantemente sorvolata da elicotteri dell’esercito. Secondo le autorità locali la situazione è grave, ma non come nel 2008, quando la zona venne colpita da un altro disastroso terremoto.
Secondo alcune fonti locali molti edifici sono stati rasi al suolo e si sono verificati smottamenti e frane. Anche nella capitale provinciale Chengdu la gente, spaventata, si è precipitata per strada.
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