Ancora una strage: in Siria più di 500 persone vittime di bombardamenti. Uomini, donne e bambini morti nel villaggio di Jdaidet al-Fadl, vicino Damasco, dopo cinque giorni di offensiva del regime siriano.
Lo denunciano i gruppi dell’opposizione. Hanno segnalato che il villaggio è stato teatro di violenti bombardamenti, di scontri tra i ribelli e le forze fedeli ad Assad, ma anche di esecuzioni sommarie. Alcuni dei corpi ritrovati, secondo fonti dell’opposizione al regime, sono sfigurati. Il bilancio della strage potrebbe essere più elevato. Difficile verificare, le forze del regime sono entrate nel centro abitato ed hanno conquistato il villaggio.
«Chiediamo al Comitato Internazionale della Croce Rosse di inviare una delegazione a Jdaidet al-Fadl per indagare» ha implorato Rami Abdel Rahman, direttore dell’Osservatorio.
Tra le vittime, tre bambini e sei donne, accanto a decine di ribelli combattenti. Un video girato dall’Osservatorio mostra i corpi senza vita di alcuni uomini, alcuni con le facce mutilate e coperte di sangue. Il villaggio di Jdaidet al-Fadl si trova alla periferia sud-occidentale di Damasco ed è abitato da varie comunità (sunniti, drusi e cristiani).
L’agenzia di Stato, Sana riferisce soltanto che «le forze armate hanno inflitto gravi perdite ai terroristi nel sobborgo di Damasco di Jdiadet al-Fadl».
Nella stessa giornata, nel villaggio di Jabal Zawyeh, nella provincia di Idlib, nel nord del Paese, diversi bambini sarebbero rimasti uccisi e feriti in una scuola bombardata da colpi di artiglieria.
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