Un uomo accusato di avere violentato e ucciso una ragazzina di sedici anni è stato torturato a morte nel villaggio di Quesna nella regione di Menoufaya, nel delta del Nilo. Il corpo dell’uomo è stato poi trascinato per le strade del paese.
L’episodio è l’ultimo di una serie di violenti atti di giustizia “fai da te” che avviene soprattutto nelle campagne egiziane in seguito al crollo dei livelli di sicurezza e di controllo che ha seguito alla rivoluzione di gennaio.
A Sharqiya, la terza regione più popolosa d’Egitto, scrive al Ahram, sono una dozzina gli episodi di giustizia sommaria in due anni e mezzo. A maggio a Qataweya, località di questa regione, è stato ucciso il figlio sedicenne di un locale notabile dei Fratelli Musulmani per avere sparato ad un uomo che aveva insultato su Facebook il padre per la sua attività politica. A marzo due uomini sono stati linciati e appesi ad un albero in un villaggio nella regione di Gharbeya, sempre nel Delta, con l’accusa di volere sequestrare dei bambini.