Battaglia a Gezi Park, la polizia picchia duro
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Battaglia a Gezi Park, la polizia picchia duro

Centinaia di agenti antisommossa dovevano solo ripulire piazza Taksim a Istanbul. Ma poi la violenza si è scatenata soprattutto nel parco.

Battaglia a Gezi Park, la polizia picchia duro
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11 Giugno 2013 - 10.16


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Una battaglia. Ma non a piazza Taksim. Anzi, non solo a piazza Taksim ma dentro Gezi Park, dove la polizia ha picchiato ancora più duro i manifestanti per ottenere lo sgombero di tutta l’area.
All’inizio alcune centinaia di agenti
antisommossa avevano fatto irruzione e preso il controllo di
piazza Taksim, cuore delle proteste antigovernative a
Istanbul.

Gli agenti, con il supporto di veicoli blindati, avevano
usato cannoni ad acqua e lacrimogeni contro i gruppi di
manifestanti accampati nell’area nel tentativo di rompere le
barricate erette dalla folla. Entrando nella piazza e parlando a dei megafoni le forze
dell’ordine avevano annunciato che il loro obiettivo non era lo
sgombero della zona, ma solo ripulirla da cartelli e
striscioni. In realtà non si trattava solo di una operazione di ripristino del decoro urbano. Tant’è che gli incidenti più pesanti si sono scatenati nel parco dove, stando a quanto alcuni testimoni oculari hanno riferito a Globalist, la violenza della polizia è stata ancora più brutale. Gli occupandi hanno reagito lanciando sassi e molotov. Il sindaco di Istanbul, Huseyin Avni Mutlu, su twitter aveva detto che l’unico obiettivo dell’operazione era quello di ripulire la piazza, ma che i ragazzi nel parco non sarebbero stati toccati. Invece lì c’è stata la prova di forza più dura.

Il blitz ha colto alcuni di sorpresa, visto che è avvenuto all’indomani dell’annuncio del governo di un incontro tra il premier Recep Tayyip Erdogan e i leader della protesta.

In realtà, secondo alcuni osservatori, il blitz ha proprio come causa l’incontro: il premier ha manifestato l’intenzione di incontrare i dimostranti non sotto lo scacco dell’occupazione, ma avendo normalizzato la situazione. Incontrare e discutere sì, dunque. Ma da una posizione di forza.

Diretta su Rainews24 con l’inviata Liana Mistretta


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