L'Europa chiede la fine degli scontri in Turchia
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L'Europa chiede la fine degli scontri in Turchia

Il leader dell'opposizione turca lancia un appello: fermate gli scontri. Al coro di indignazione si uniscono la Bonino, Obama e Westerwelle.

L'Europa chiede la fine degli scontri in Turchia
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12 Giugno 2013 - 14.47


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È stata una notte di scontri molto duri, probabilmente i più violenti dall’inizio delle proteste antigovernative, in Turchia dove la polizia ha ripreso il controllo di Piazza Taksim a Istanbul dopo otto ore di guerriglia con i manifestanti, contro i quali il premier islamico Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato “tolleranza zero” ieri. Ci sono stati violenti incidenti anche nel cuore di Ankara. A Istanbul rimane occupato dai manifestanti solo il piccolo Gezi Park. La situazione nel paese rimane incandescente.

Ora le forze di polizia presidiano la zona, dove regna una calma precaria e blindata. La Casa Bianca ha espresso preoccupazione per quanto sta succedendo, esigendo il rispetto della libertà di espressione, di assemblea e di associazione, e di avere “una stampa libera e indipendente”.

Il Consiglio d’Europa ha parlato di “violenza inaccettabile” e Amnesty International di “violenza brutale e vergognosa”. Preoccupata anche la reazione del ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle, il quale in una nota ha criticato duramente il governo turco: “Le immagini di Taksim turbano”. “Il governo turco, con la reazione avuta finora di fronte alle proteste, manda il segnale sbagliato”. “Ci aspettiamo – ha aggiunto – che il premier Erdogan, nello spirito europeo, faccia calare la tensione e instauri uno scambio costruttivo e un dialogo pacifico”. Libertà di manifestazione e libertà di opinione “sono principi inalienabili di ogni democrazia”.

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Al coro si aggiunge anche Emma Boni, ministro degli Esteri italiana: “Piazza Taksim non è piazza Tahrir. E i turchi non sono arabi”. La Bonino ha precisato che le manifestazioni in Turchia ricordano più le piazze italiane o quelle di Occupy Wall street. “L’adesione all’Ue può avere un effetto benefico per la Turchia. L’Italia vuole una Turchia pienamente democratica in Europa”. Ha poi aggiunto: “L’uso sproporzionato della forza, il fermo di 20 avvocati non è accettabile. Il diritto a manifestare in maniera non violenta è un pilastro irrinunciabile della democrazia”.

Dopo una riunione di crisi della direzione del suo partito Chp questa notte, il leader dell’opposizione turca Kemal Kilicdaroglu ha lanciato oggi un appello al capo dello stato Abdullah Gul perché prenda una iniziativa per fermare le violenze.


Ashton (Ue): non bisogna isolare Ankara, ma il governo deve ascoltare opposizione
– “Non è il momento di isolare la Turchia ma di avvicinarsi di più e fare in modo che Ankara si avvicini di più all’Europa”, ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza Ue Catherine Ashton parlando all’Europarlamento. “La Turchia – ha aggiunto – deve venire incontro e ascoltare le richieste dell’opposizione”.

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Ban Ki-Moon: rispetto per chi manifesta – Il segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha lanciato un appello alla calma e al rispetto del diritto di manifestare in Turchia. “Il segretario generale ha invitato alla calma e a risolvere le controversie attraverso il dialogo”, ha dichiarato il portavoce di Ban. “Le proteste dovrebbero essere pacifiche e il diritto a manifestare e alla liberta’ di espressione dovrebbe essere rispettati, in quanto cardini di uno Stato democratico”.

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