Malgrado lo slittamento a tempo indeterminato dei colloqui preliminari tra emissari americani e rappresentanti dei Talebani, che si sarebbero dovuti tenere oggi in Qatar, e a dispetto dell’ira del presidente afghano Hamid Karzai, che ha sospeso i negoziati con Washington in materia di sicurezza, gli Stati Uniti non escludono che, una volta avviati effettivamente i contatti con gli ex studenti coranici, si possa comunque arrivare a uno scambio di prigionieri: lo ha affermato la portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Jen Psaki.
In sostanza un certo numero di detenuti nel carcere speciale di Guantanamo potrebbero essere rilasciati, o comunque trasferiti altrove, come corrispetivo per il rilascio dell’unico militare statunitense prigioniero dei ribelli centro-asiatici. Si tratta del sergente Bowe Bergdahl, catturato in Afghanistan il 30 giugno 2009.
Psaki ha sottolineato che decisioni in tal senso non ne sono ancora state prese, ma ha ammesso che esiste la disponibilità ad affrontare la questione con la controparte, e che quest’ultima in ogni caso “la solleverà” al tavolo del confronto. La portavoce ministeriale ha concluso ribadendo che date o sedi alternative per gli inediti colloqui non ce ne sono, ma che James Dobbins, rappresentante speciale per la regione del presidente Barack Obama, è pronto a partire in qualsiasi momento: compreso domani, quando a viaggiare alla volta di Doha sarà lo stesso segretario di Stato, John Kerry. In nessun caso, ha comunque ammonito Psaki, Kerry incontrerà i Talebani in prima persona.
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