Russia, gay pestati e torturati per il loro bene
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Russia, gay pestati e torturati per il loro bene

I neonazisti russi, legati al movimento Occupy Pedofilyaj, continuano a perseguitare gli omosessuali. Il governo di Putin è del tutto indifferente. [Massimo Lauria]

Russia, gay pestati e torturati per il loro bene
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10 Agosto 2013 - 10.26


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di Massimo Lauria

È difficile immaginare che Vladimir Putin e il suo governo si stiano scervellando nel tentativo di trovare una soluzione alle continue vessazioni subite dagli omosessuali russi. Anche perché la questione omofobica, diventata ormai un problema di ordine pubblico, è stata liquidata dalla Duma con una recente norma anti-gay. La legge, tra i vari divieti, prevede anche quello della promozione di rapporti “non tradizionali”, ovvero la cosiddetta «propaganda omosessuale». Per cui, ogni volta che un gruppo del movimento Lgbt si affaccia su una piazza russa, arrivano i poliziotti in tenuta antisommossa, con tanto di manganelli in mano. Facendo così il governo di Putin di fatto legittima i soprusi, i pestaggi e le torture perpetrate dai gruppi neonazisti di Occupy Pedofilyaj e Occupay Gerontofilyaj. E questo nonostante le numerose proteste che arrivano da tutto il mondo.

Per la polizia russa sarebbe peraltro semplice individuare gli autori dei vergognosi attacchi. Anche perché quando filmano le loro azioni, sono spesso a viso scoperto. E questo, agli occhi degli osservatori esterni appare come un ulteriore evidenza dell’indifferenza di Putin alla questione. D’altra parte il moderno zar di Russia è impegnato su fronti interni ben più spinosi: sul fronte interno uno dei compiti principali del governo è quello di reprimere qualsiasi movimento d’opposizione, soprattutto quando di tratta di mettere fuori gioco i blogger non allineati. Il controllo del web, infatti, è una vera e propria ossessione per Putin. Ma anche i neonazi usano la Rete per veicolare i loro infami messaggi anti gay. Infatti, caricano i video su vk.com, un social network molto simile a Facebook, lo stesso che ha offerto un lavoro a Edward Snowden. Lì è permessa anche la diffusione di contenuti illegali.

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Le gang individuano le loro vittime, le seguono e le bloccano, riprendendo il tutto col telefonino. A quel punto cominciano le umiliazioni e i pestaggi. A volte le vittime sono obbligate a fornire il numero di telefono dei genitori, o del datore di lavoro. In modo che gli aguzzini possano rintracciarli e denunciarne l’orientamento omosessuale. Vengono insultati, picchiati, ricoperti di urina. Tutto questo, gli viene detto, è per il loro bene: per guarirli dall’omosessualità e farli diventare eterosessuali. A denunciare molti casi di abusi è la Spectrum Humans Rights Alliance, una Ong che da tempo segue i casi di persecuzione nei confronti dei gay russi e che ha dato notizia di un adolescente morto dopo essere stato torturato. Tutto questo nella completa indifferenza delle istituzioni russe. Anche se ormai i gruppi neonazisti legati a Occupy Pedofilyaj sono cresciuti, fino a contarne più di 440.

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