Egitto, arrestato il leader della Fratellanza
Top

Egitto, arrestato il leader della Fratellanza

Oltre a Mohamed Badia, nel blitz è stato arrestato anche il portavoce dell'Alleanza delle formazioni pro-Morsi. Mercoledì la riunione tra i ministri degli Esteri.

L'arresto di Mohamed Badia
L'arresto di Mohamed Badia
Preroll

Desk3 Modifica articolo

20 Agosto 2013 - 11.43


ATF

La procura generale egiziana ha stabilito 15 giorni di carcerazione preventiva per la guida dei Fratelli Musulmani Mohamed Badia, arrestato con l’accusa formale di avere incitato alla violenza i propri sostenitori.

Ad annunciare l’arresto è stata la tv di Stato egiziana. La cattura sarebbe avvenuta in appartamento nei pressi di Rabaa, sul viale Tayaran, nella capitale egiziana. L’emittente egiziana Ontv, vicina al governo, ha trasmesso in esclusiva le immagini di Badia dopo il suo arresto: la guida spirituale della Confraternita appare in buone condizioni, seduto su un divano con un paio di uomini armati di Ak47 al fianco.

Nel blitz che ha portato alla cattura della guida dei Fratelli musulmani Mohamed Badia, è stato arrestato anche il portavoce dell’Alleanza delle formazioni pro-Morsi Youssef Talaat. Lo riferiscono le tv egiziane. Badia «è solo uno dei membri della Fratellanza musulmana, la confraternita che è nel cuore di tutti gli egiziani che rifiutano il golpe militare»: lo ha detto uno dei portavoce della Fratellanza, Ahmed Aref, in un primo commento a caldo sull’arresto del loro leader. Solo qualche giorno fa, la guida della Confraternita aveva esortato i confratelli a «resistere fino alla vittoria». I Fratelli musulmani hanno nominato Mahmud Ezzat guida provvisoria della confraternita.

Le preghiere funebri hanno abbracciato anche ieri il Cairo al calar della sera: due stragi raccapriccianti, costate la vita nel complesso a oltre 60 persone, hanno tinto di rosso la terra d’Egitto, con il suo padre-padrone Hosni Mubarak che uscirà dal carcere entro due giorni, riacquisterà i gradi e tornerà, almeno per qualche tempo, a essere uno dei protagonisti della vita politica del Paese. Nel Nord del Sinai un gruppo di 11 uomini armati a bordo dei pickup – secondo le prime ricostruzioni ufficiali sull’accaduto – ha attaccato un convoglio di due minibus e costretto i 25 agenti di polizia appena congedati a scendere. Li hanno legati, fatti mettere in fila, poi hanno sparato uccidendoli tutti. I cadaveri degli agenti sono stati trovati poco dopo, in un bagno di sangue sul ciglio della strada.

Sul piatto di una realtà già molto esplosiva è arrivata in giornata la notizia della scarcerazione di Hosni Mubarak. «Non è stato condannato, sono passati i 18 mesi di carcerazione preventiva, è quindi suo diritto uscire entro le prossime 48 ore», ha sottolineato il suo avvocato Farid el Dib. A causa di questo procedimento ancora in corso, Mubarak otterrà una libertà condizionata, forse in un ospedale militare forse direttamente ai domiciliari in casa, «saranno i giudici a decidere», ha spiegato il legale.

La diplomazia intanto è sempre al lavoro: mercoledì i ministri degli esteri della Ue si riuniranno per ridefinire le relazioni dell’Europa con l’Egitto. Tra le ipotesi di pressione, la riduzione degli aiuti e l’embargo della fornitura di armi. Il Dipartimento di Stato Usa ha assicurato che non taglierà i suoi aiuti, ma ha ribadito un fermo no allo scioglimento dei Fratelli musulmani. Riad ha invece confermato l’offerta di aiuto al Cairo, dicendosi pronta a rimpiazzare i tagli dell’Occidente.

[GotoHome_Torna alla Home]
Native

Articoli correlati