Almeno 50 morti e 400 feriti: è questo il bilancio della doppia esplosione che ha scosso Tripoli, sulla costa settentrionale del Libano. Lo hanno reso noto fonti della sicurezza. La prima esplosione è avvenuta nel centro della città, nei pressi della casa del premier dimissionario Najib Mikati che tuttavia, secondo il suo ufficio, in quel momento non si trovava a Tripoli.
La seconda, invece, ci sarebbe stata nei pressi del porto, non lontano dalla casa dell’ex capo della polizia Ashraf Rifi. Le emittenti libanesi hanno mostrato alte colonne di fumo, facciate degli edifici colpite e veicoli in fiamme.
Le esplosioni nella città costiera libanese arrivano a una settimana di distanza dall’autobomba kamikaze che ha investito i sobborghi meridionali di Beirut, roccaforte di Hezbollah, uccidendo 27 persone. Negli ultimi mesi Tripoli è stata teatro di combattimenti tra sunniti, sostenitori dell’opposizione siriana, e alawiti, vicini al regime siriano di Bashar al-Assad.
«La mano criminale una volta ancora ha colpito Tripoli» con l’obiettivo di «fomentare il conflitto» in Libano. «Ma Tripoli e la sua gente dimostreranno di nuovo che sono più forti della cospirazione e non permetteranno che il conflitto mini la loro fede in Dio e nella Nazione» ha dichiarato il primo ministro libanese ad interim, Najib Miqati, commentando a caldo la notizia delle esplosioni.
L’Alto rappresentante Ue Catherine Ashton ha condannato «fortemente gli attacchi terroristici» avvenuti a Tripoli, in Libano, da cui si è detta «scioccata» e che definisce «inaccettabili», e ha chiesto una «rapida inchiesta» per portare gli autori davanti alla giustizia. La Ashton invita inoltre «tutte le parti a esercitare la moderazione» e ha sottolineato «la necessità di mantenere la pace e la sicurezza nel paese».
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