Insulti alla memoria di Hiroshima: Israele si scusa
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Insulti alla memoria di Hiroshima: Israele si scusa

Daniel Seaman,funzionario del governo aveva detto: basta con le commemorazioni, si raccoglie ciò che si semina. Tel Aviv prende le distanze.

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23 Agosto 2013 - 10.15


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Israele si è scusato con formalmente con il Giappone dopo gli insulti alle vittime di Hioroshima e Nagasaki scagliati dal responsabile governativo per i social network, Daniel Seaman. «Sono stanco dei giapponesi, di quei gruppi per i “Diritti umani” e per la “Pace nel Mondo”, che ogni anno commemorano le vittime di Hiroshima e Nagasaki», aveva scritto Seaman sul proprio account Facebook.

«Hiroshima e Nagasaki sono le conseguenze dell’aggressione giapponese. Si raccoglie ciò che si semina», ha poi aggiunto l’ex capo dell’ufficio stampa dell’esecutivo di Benjamin Netanyahu, che adesso lo ha sospeso e gli ha ordinato i non parlare con i media.

Tokyo, come era da prevedere, non l’ha presa bene. L’ambasciatore giapponese in Israele, Hideo Sato, ha protestato e quello israeliano nella capitale, Nissim Ben-Shitrit, si è impegnato in una intensa iniziativa di riduzione del danno: «È troppo presto per valutare», ha raccontando ad Haaretz, «quanto danno abbia causato quest’incidente all’immagine di Israele».

Eppure Seaman non è nuovo a queste sparate, e alcuni commenti postati su Facebook nei mesi scorsi avrebbero dovuto indurre il governo israeliano a pensarci bene prima di lasciarlo a dirigere un settore delicato come quello dei social network, dove il passaparola è velocissimo e irreversibile. Un suo bersaglio era stato, ad esempio, il capo dei negoziatori palestinesi, Saeb Erakat, mandato esplicitamente “a quel paese” mentre all’inizio del Ramadan Seaman aveva scritto: «Il digiuno significa che i musulmani smetteranno di mangiarsi l’un l’altro?».

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«Si tratta di dichiarazioni inaccettabili che non riflettono il pensiero del governo israeliano», aveva affermato la scorsa settimana la Direzione nazionale dell’Informazione, «abbiamo ordinato a Seaman di ritirarle».

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