Un attacco missilistico per rispondere agli attacchi chimici. Gli Stati Uniti hanno studiato tutte le opzioni a disposizione nello scenario siriano e il bombardamento sembra l’ipotesi più concreta. Le forze armate si stanno mobilitando, ha confermato il segretario alla Difesa Usa Chuck Hagel. “Il Dipartimento della Difesa”, ha sottolineato parlando ai giornalisti su un aereo che lo portava in visita in Malaysia, “ha la responsabilità di fornire al presidente opzioni per qualsiasi contingenza e questo richiede un posizionamento delle nostre forze, un posizionamento delle nostre unità per poter attuare le varie opzioni, quale che sia l’opzione che sceglie il presidente”.
Nel frattempo donti del Pentagono hanno dato notizia di un rafforzamento della presenza navale americana nel Mediterraneo per la situazione in Siria, con l’arrivo del cacciatorpediniere Uss Mahan che porta a quattro le unità in grado di lanciare un attacco missilistico.
Nulla è deciso comunque, e la Casa Bianca vorrebbe un via libera dell’Onu. Barack Obama incontrerà i principali consiglieri alla sicurezza. Un’accelerazione decisa nelle ultime ore, dopo la denuncia da parte dei ribelli di massacri perpetrati dal regime di Assad usando armi chimiche.
In un’intervista alla Cnn il presidente americano aveva avvertito che un intervento potrà avvenire solo se ci sarà un mandato delle Nazioni Unite. Ma all’Onu finora la Russia, membro permanente del Consiglio di Sicurezza, ha sempre sostenuto il regime di Assad.