Il presidente americano Barack Obama farà delle dichiarazioni sulla Siria alle 13.15 locali, le 19.15 in Italia dal Giardino delle Rose. L’annuncio è stato dato sull’account ufficiale della casa Bianca su Twitter. Secondo fonti della Casa Bianca, Obama fornirà un aggiornamento sulla situazione, ma non annuncerà un imminente attacco alla Siria. Peraltro, dopo aver annullato con le sue lunghe ponderazioni qualsiasi effetto sorpresa – un scelta forse voluta per permettere al regime siriano di subire il minor danno possibile confermando la natura dimostrativa del gesto -, quest’ultima precisazione appare del tutto superflua.
Quasi contemporaneamente all’annuncio Usa, la Lega Araba il rappresentante permanente egiziano presso la Lega Araba, Amr Atta, ha ricordato che la Lega non darà “alcun via libera per un intervento militare in Siria” e che durante il summit della prossima settimana “affermerà che serve una soluzione politica del conflitto”. Dal canto suo il primo ministro siriano Wael al-Halqi tramite una nota citata dalla televisione di Stato, ha avvertito che l’Esercito lealista è “pienamente pronto” a fronteggiare un eventuale intervento militare straniero, e che anzi “tiene il dito sul grilletto per affrontare qualsiasi sfida o scenario vorrà attuare il nemico”.
Nel frattempo, dopo essere partiti da Damasco e transitati per Beirut, sono atterrati a Rotterdam in Olanda gli ispettori delle Nazioni Unite incaricati d’indagare sull’uso di armi chimiche in Siria, e in particolare sul presunto attacco lealista del 21 agosto scorso alla periferia est di Damasco con missili al gas nervino. Dalla città portuale gli esperti proseguiranno per l’Aja, dove ha sede l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, ente inter-governativo che collabora con il Palazzo di Vetro. Portano con sé campioni e altri elementi probatori raccolti sul campo, che saranno suddivisi tra diversi laboratori di analisi debitamente autorizzati per le analisi e i test del caso. Secondo lo stesso segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, il completamento di tali esami potrebbe richiedere fino a due settimane, e solo dopo sarà redatto un rapporto d’inchiesta.