La Norvegia svolta a destra. Il partito conservatore si appresta a guidare il governo per la prima volta dal 1990, alla testa di una coalizione in cui dovrebbe entrare anche il partito del Progresso, la formazione populista anti immigrati di cui fu membro in passato anche Anders Behring Breivik, l’autore del massacro di Utoya.
Il primo ministro uscente, il laburista Jens Stoltenberg, si è già congratulato con Erna Solberg, la leader dei conservatori, prima dell’arrivo dei dati definitivi. Secondo le stime, il blocco della destra otterrà 96 seggi, contro i 72 della coalizione di sinistra che Stoltenberg ha guidato negli ultimi otto anni.
Il primo ministro ha già annunciato che si dimetterà dopo la presentazione del bilancio, fissata per il 14 ottobre. E fra i fattori della sconfitta, ha sottolineato il desiderio di cambiamento degli elettori e la defezione di molti laburisti che hanno scelto di non votare. Le elezioni sono state il primo voto parlamentare dopo il massacro di Utoya nel luglio 2011.
Se Stoltenberg aveva saputo trovare le parole giuste di fronte ad una nazione sotto choc per i 77 morti dalla bomba a Oslo e la sparatoria sull’isola di Utoya contro i giovani partecipanti ad un campo estivo laburista, la sua immagine è stata poi offuscata da un rapporto che evidenziava gli errori e i ritardi delle autorità in quella crisi.
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