Amnesty accusa Erdogan: diritti umani violati a Gezi Park
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Amnesty accusa Erdogan: diritti umani violati a Gezi Park

L'organizzazione umanitaria punta il dito contro le misure repressive del governo turco che hanno provocato sei morti e almeno ottomila feriti in poche settimane.

Amnesty accusa Erdogan: diritti umani violati a Gezi Park
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2 Ottobre 2013 - 14.59


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Dai maltrattamenti alle torture. Nel reprimere le proteste a Gezi Park, il governo turco ha compiuto gravi violazioni dei diritti umani su larga scala. L’accusa diretta precisa e circostanziata nei confronti dell’esecutivo guidato da Tayyip Erdogan viene da Amnesty international che ha pubblicato un rapporto sulle manifestazioni della scorsa primavera dal titolo ”Le proteste di Gezi Park: la brutale negazione del diritto di manifestazione pacifica in Turchia”.

Il documento descrive nel dettaglio il comportamento violento mantenuto dalla polizia durante le proteste, l’assenza di provvedimenti nei confronti dei responsabili e la successiva persecuzione nei confronti di chi prese parte a quegli eventi. “Il tentativo di schiacciare il movimento di protesta di Gezi Park – osserva Andrew Gardner, esperto di Amnesty international sulla Turchia – ha comportato il ricorso a tutta una serie di violazioni dei diritti umani di ampia portata: dalla totale negazione del diritto di manifestazione pacifica alla violazione del diritto alla vita e alla libertà personale fino ai maltrattamenti e alla tortura”.

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Amnesty denuncia inoltre l’uso eccessivo della violenza da parte della polizia, i pestaggi di manifestanti e non, aggressioni e stupri subiti dalle donne arrestate, l’impiego sistematico di pallottole di gomma, ma anche di proiettili veri, gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e idranti con sostanze chimiche irritanti. La dura repressione delle proteste antigovernative ha fatto secondo l’Unione medici turchi sei morti e oltre 8mila feriti, alcuni dei quali hanno perso la vista ad almeno un occhio.

Il rapporto di Amnesty, basato su decine di testimonianze dirette, sottolinea come le proteste iniziali a Istanbul contro la distruzione del Gezi Park di Taksimn si siano estese a tutto il Paese a causa “del rifiuto del diritto di manifestare e della violenza usata dalla polizia, che hanno toccato un nervo scoperto” in tutto il Paese. Nei mesi successivi, la polizia turca ha continuato a fare un uso eccessivo della forza per “impedire e disperdere manifestazioni pacifiche”. Quindi la stoccata finale: “Il pacchetto di riforme democratiche annunciato dal primo ministro il 30 settembre non affronta quelle violazioni e non prevede alcuna seria misura per garantire che non si verifichino ulteriormente”.

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