Siria al buio dopo l'offensiva dei ribelli
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Siria al buio dopo l'offensiva dei ribelli

Black out nella capitale dopo l’attacco a una centrale elettrica. Intanto, la diplomazia cerca di portare l'opposizione a Ginevra 2.<br>

Siria al buio dopo l'offensiva dei ribelli
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24 Ottobre 2013 - 10.51


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La capitale Damasco e buona parte delle regioni meridionali sono rimaste senza elettricità, la notte scorsa, in seguito a un’offensiva degli insorti. Un’esplosione ha colpito un oleodotto di una centrale elettrica vicino all’aeroporto di Damasco e ci vorranno almeno 48 ore per ripristinare la fornitura di elettricità in città e nelle provincie del Sud.

Secondo quanto riportato dalla Bbc, l’azione dei ribelli aveva come obiettivo la città di Ghasula, due chilometri dallo scalo. In un altro attacco con un’autobomba è stato colpito un check point delle forze di sicurezza fedeli al presidente Bashar al Assad, in un sobborgo di Damasco. Non è ancora noto il numero delle vittime tra i militari. Gli osservatori, inoltre, parlano di piani di battaglia dell’esercito governativo a Ghouta,[/b] la cintura agricola che circonda la capitale. Una battaglia imminente, secondo alcuni, che avrebbe un grande valore strategico per gli uomini di Assad: tagliare fuori i ribelli dai rifornimenti dal Golan e da Daraa, espandere la zona cuscinetto intorno a Damasco e riaprire la strada per Sayyida Zainab.

Si continua a combattere in Siria, dove le vittime di 31 mesi di guerra civili sono 115.000, mentre gli ispettori Onu procedono all’individuazione e alla distruzione dell’arsenale chimico del regime e la diplomazia internazionale cerca di arrivare a Ginevra 2. Un percorso a ostacoli. L’opposizione ad Assad è frammentata, composta da una varietà di sigle differenti e con diversi obiettivi, tra cui si contano anche gruppi jihadisti o legati ad al Qaida.

I Paesi promotori del dialogo puntano all’opposizione moderata per arrivare alla soluzione della crisi, ma non è ancora confermata la presenza dei rappresentanti di questi gruppi a Ginevra 2, che dovrebbe tenersi a metà novembre.

L’Occidente e i suoi alleati arabi concordano con l’opposizione sul destino di Assad che dovrebbe farsi da parte per consentire la formazione di un governo di transizione. Ma il presidente ha sparigliato le carte pochi giorni fa annunciando la sua intenzione di ricandidarsi alla guida della Siria nelle elezioni della prossima primavera. Una dichiarazione che ha fatto infuriare l’opposizione che ha rifiutato sinora di partecipare a Ginevra 2 se saranno presenti esponenti del governo siriano.

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