Olio da batteria e detersivo, sono questi i potentissimi ingredienti della Sisa, una nuova sostanza stupefacente che sta dilagando in tutta la Grecia. La disperazione di milioni di persone, rimaste senza lavoro e senza alcuna prospettiva di miglioramento, si sta trasformando in una pericolosissima emergenza sociale e sanitaria.
Chi fa uso della Sisa – stando alle testimonianze locali – non arriva a sopravvivere più di un anno, tanto è devastante l’impatto delle sostanze chimiche contenute all’interno. Gli effetti psicologici sono drammatici: secondo la National Drug Monitor i sintomi sono «comparabili a diciotto mesi di consumo intenso intravenoso di eroina».
I primi sintomi di malessere si manifestano simili a quelli della cocaina. Poi però arrivano delle pericolosissime crisi ossessive, con impulsi estremamente violenti ed una continua insonnia. A quel punto il gioco è fatto: Sisa attacca le capacità cognitive già gravemente minate e aumenta il nervosismo nel soggetto, col rischio che possa arrivare ad uccidere.
Ad aumentare il pericolo di diffusione è il costo molto basso della Sisa – 2 o 3 euro a dose -, i cui componenti si trovano in qualsiasi supermercato e nei residui delle batterie delle automobili negli sfasciacarrozze. Le stime ufficiali riportano dati impressionanti: oltre 25 mila nuovi dipendenti da sostanze stupefacenti e le infezioni da virus dell’Hiv sono aumentate del 52%.
Un vero e proprio dramma sociale, a cui il governo greco non riesce a far fronte. Le autorità non sono in grado di controllare il mercato clandestino di Sisa, né di combattere lo spaccio e la diffusione della droga low cost. Il pericolo, avvertono le autorità, è che la nuova droga dei poveri possa trovare terreno fertile in tutta Europa, devastando intere generazioni di nuovi emarginati sociali.