Gezi Park, coordinate di una rivolta
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Gezi Park, coordinate di una rivolta

#GeziPark - Coordinate di una rivolta. In sei capitoli il racconto di una battaglia civile. La recensione del libro firmata da Sara Datturi, che a Gezi Park c'era.

Gezi Park, coordinate di una rivolta
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25 Dicembre 2013 - 18.28


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di Sara Datturi

Sono sei capitoli scritti da attivisti, professori, ricercatori, tutti protagonisti diretti della rivolta avvenuta questo giugno 2013 in Turchia.
La lettura è scorrevole, capace di far viaggiare il lettore tra le tende di Gezi Park, ascoltarne le voci degli slogan, persino in alcuni punti di sentire l’odore acre dei lacrimogeni. Tante voci che riescono ad analizzare questa massa di gente in movimento nella sua complessità ed eterogeneità.

Moira Bernardoni racconta di come l’arte sia stata un mezzo d’espressione e riappropriazione di una città, il veicolo prediletto per dar voce a un malcontento nei confronti di un governo capace di reprimerne i suoi cittadini da troppo tempo. È ancora lei che analizza il collettivo politico (mustereklerim) letteralmente i nostri beni comuni, un soggetto innovativo capace di sperimentare un’alternativa comunitaria al modello economico dominante guidato da profitto e dall’individualismo.

Fazila Mat invece è stata capace di raccontare la nascita di questa rivolta analizzando i media che l’hanno presentata al mondo, di ripercorrere le giornate di protesta, la violenza della polizia e le reazioni ad essa seguite. Il suo stile è coinciso quanto forte. Più si entra nel vivo del libro, più il lettore inizia a comprendere la complessità e le ragioni che stanno dietro a questa rivolta di Gezi, una miccia a cielo aperto capace di smascherare una certa politica del governo Turco attuale. Nel secondo capitolo, l’autrice riesce a svelare e a raccontare le molteplici leggi e vicende legate alla trasformazione urbana non solo di Istanbul, ma di un intero stato e sistema mondo.

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Lea Nocera raffronta una cementificazione allacciata ad interessi politici nazionali ed internazionali inserendola in un dibattito più ampio connesso al futuro dello spazio pubblico globale e al ruolo che come cittadini abbiamo di essere promotori di cambiamento.

Fabio Salomoni è il fotografo di questa impresa letteraria, capace di raccontare gli attori di questa rivolta dipingendo attenti, curiosi e sottili profili. Tra questi ci sono l’organizzazione rete principale, Taksim Dayamisma, soggetto collettivo capace di accogliere al suo intero dai musulmani anticapitalisti alla minoranza Alevita e ai gruppi di ultrà, nazionalisti, comunisti e gruppi ambientalisti.

Con il fiato sospeso e il cuore in subbuglio, la testa piena di domande si arriva al sesto ed ultimo capitolo dove Pietro Maestri e Fabio Ruggero presentano la rivolta di Gezi inserendola in un tumulto globale più grande dove Gezi Park è vista come l’ inevitabile rivolta di un sistema dominato dal capitale, che in questi anni ha fatto federe i suoi limiti ed ineguaglianze più grandi non soltanto nei paesi benestanti ma anche e soprattutto nelle economie emergenti come Brasile e Turchia. Allora siamo tutti in costante ascolto, le rivolte non sono finite, anzi sono solo all’inizio e la Turchia come gli Stati Uniti e Piazza Tahir sono scintille se pur con un context specific, di una stessa bomba che sta costruendo e lottando per creare una nuova democrazia (Zizeg Slavoj).

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Un libro curioso, attento, capace di incorporare con un linguaggio chiaro ed effervescente le numerose sfaccettature economiche e sociopolitiche di questa rivolta Turca e mondiale, un progetto che nasce da persone che hanno vissuto, respirato, sognato e gridato insieme al popolo Turco. Una scintilla di stimoli, cari lettori, che invito ad accendere durante le discussioni che avrete in queste vacanze natalizie.

#GeziPark – Coordinate di una rivolta. Moira Bernardoni, Fazila Mat, Pietro Maestri, Lea Nocera, Fabio Ruggero, Fabio Salomoni. Edizioni Alegre

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