La rabbia israeliana si abbatte sull’Onu
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La rabbia israeliana si abbatte sull’Onu

Tel Aviv accusa le Nazioni Unite di sostenere la propaganda palestinese, dopo aver dichiarato il 2014 anno di solidarietà con il popolo di Palestina.

La rabbia israeliana si abbatte sull’Onu
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18 Gennaio 2014 - 19.05


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Dopo [url”l’Europa”]http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=95495&typeb=0&Israele-convoca-ambasciatori-europei-faziosi-[/url], Israele lancia l’attacco contro le Nazioni Unite. Ieri l’inviato di Tel Aviv all’Assemblea Generale dell’Onu ha definito l’Anno di Soldiarietà con i palestinesi, annunciato dal Palazzo di Vetro a novembre, mera “propaganda”: “L’Onu olia la macchina della propaganda palestinese – ha tuonato Ron Prosor, l’ambasciatore israeliano – Invece di porre fine all’incitamento palestinese, l’Onu è oggi la principale piattaforma per la propaganda. L’organizzazione garantisce risorse senza fine per rafforzare le bugie e le mezze verità della leadership palestinese, invece di affrontare le pressanti questioni nella comunità internazionale e in Medio Oriente”.

L’ira israeliana si è accesa per la decisione delle Nazioni Unite di dedicare l’anno 2014 alla solidarietà con il popolo palestinese e l’annuncio dato dal segretario generale Ban Ki-moon giovedì scorso: “Questo sarà un anno cruciale per giungere alla soluzione a due Stati, per porre fine all’occupazione cominciata nel 1967 e garantire uno Stato di Palestina indipendente e sovrano che viva in pace e sicurezza con Israele”, ha detto Ban Ki-moon.

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Prosor – e dietro di lui il governo israeliano – ha attaccato tale scelta, definendola uno strumento per radicare la cultura dell’odio verso Israele. Se così non fosse, ha detto Prosor, il 2014 avrebbe dovuto essere dedicato “agli israeliani vittime del terrorismo e alle loro famiglie”: “Mentre i palestinesi cercano la solidarietà delle Nazioni Unite, continuano ad educare un’intera generazione all’odio verso Israele e alla negazione della connessione del popolo ebraico con la propria terra. È tempo di fermare l’ipocrisia e chiedere: dov’è la solidarietà con le vittime del terrorismo in Israele?”.

La risoluzione in questione, numero A/68/12, era stata votata in Assemblea Generale lo scorso 26 novembre: 110 i voti a favore, 56 gli astenuti e 7 i contrari (Stati Uniti, Israele, Canada, Australia, Micronesia, Isole Marshall e Palau). Chiede all’UNISPAL (il Comitato per l’Esercizio dei Diritti Inalienabili del Popolo Palestinese) di organizzare attività durante l’anno e prevede “la promozione della solidarietà con il popolo palestinese come tema centrale e la contribuzione alla consapevolezza internazionale in merito alle ambizioni dello Stato di Palestina”. Inoltre, le Nazioni Unite si impegnano ad affrontare la crisi umanitaria nei Territori Occupati e a individuare – per rimuoverli – gli ostacoli alla pace nella regione. Tra questi, lo status di Gerusalemme, l’embargo a Gaza e l’espansione coloniale israeliana che, nonostante l’avvio del negoziato di pace lo scorso luglio, procede spedita a suon di nuovi progetti presentati quasi ogni settimana. Ultimo in ordine di tempo l’annuncio, venerdì 11 gennaio, della costruzione di 1.400 nuove unità abitative per coloni in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Nena News

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