D'Alema: sbagliai a succedere a Prodi ma non tramai
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D'Alema: sbagliai a succedere a Prodi ma non tramai

L'ex presidente del Consiglio racconta i fatti accaduti nel 1998, che rischiano di trovare un parallelo in questi giorni: fu un errore, decisione incompresa.

D'Alema: sbagliai a succedere a Prodi ma non tramai
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12 Febbraio 2014 - 11.18


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Dopo i numerosi paralleli con la sua vicenda, Massimo D’Alema ripercorre i passaggi che lo portarono a diventare presidente del Consiglio dopo la caduta di Romano Prodi, nel 1998. “Fu un errore. Ho già avuto modo di riconoscerlo – ha detto D’Alema in una intervista al Corriere della Sera -. Non perchè avessi tramato contro qualcuno, al contrario avevo cercato fino all’ultimo di sostenere il governo Prodi. Ma perchè avevo sottovalutato l’incomprensione che questa vicenda avrebbe generato nel nostro stesso popolo e il peso di una campagna di delegittimazione che da subito Berlusconi mise in atto”. Per il presidente di Italianieuropei, però, “è evidente che la vicenda che ho rievocato non ha nulla a che vedere con le dispute correnti. C’è una nuova generazione al comando, si prenda le sue responsabilità, lasciando perdere i rancori e le menzogne del passato” ha detto ancora D’Alema, dicendo che si augura che questo accada.

“Prodi invocava le elezioni” è il ricordo di D’Alema, ma l’allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, le escluse perché “vi erano da compiere adempimenti per il passaggio dalla lira all’euro, ma, soprattutto, la crisi dei Balcani era giunta a un punto assai delicato e drammatico: il governo Prodi aveva emanato l’Activation order, e cioè la decisione di porre in allarme e sotto il comando Nato le nostre Forze armate”. Una situazione che l’allora presidente definì “prebellica”. D’Alema racconta di aver pensato a Ciampi: “discutemmo a lungo. Si convinse. Il lunedì mattina avrebbe avuto l’incarico”, ma Romano Prodi “di rimando, aveva richiesto l’incarico per sé, con un mandato esplorativo. Scalfaro mi disse che non ci si poteva sottrarre a tale richiesta e Prodi ebbe l’incarico. A questo punto, Cossiga compì due mosse determinanti: disse no a Prodi e rilasciò una pesantissima intervista contro Ciampi, per bruciare ogni possibilità di un suo ritorno in campo”. Fu così che si arrivò al passaggio di testimone Prodi-D’Alema. Un episodio che potrebbe ripetersi anche in questi giorni, 16 anni dopo.

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