Manifestanti ma anche agenti. Sono almeno 26 le vittime degli scontri tra polizia e forze dell’ordine scoppiati ieri mattina davanti al Parlamento di Kiev e proseguiti in vari punti della città, anche la notte scorsa: tra i morti ci sono almeno sette agenti e 13 civili, ma i numeri sono destinati a salire. Sono 241 i feriti ricoverati in ospedale, tra cui un’ottantina di agenti e 5 giornalisti.
“Con l’animo preoccupato seguo quanto in questi giorni sta accadendo a Kiev. Assicuro la mia vicinanza al popolo ucraino e prego per le vittime delle violenze, per i loro familiari e per i feriti. Invito tutte le parti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia e la pace del Paese”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro. Nella notte telefonata tra il presidente Yanucovich e il premier russo, Vladimir Putin. Per la Russia, quello che sta accadendo in Ucraina è “un colpo di Stato”.
Gli agenti delle forze speciali Berkut sono tanti e ben equipaggiati, ma devono vedersela con migliaia e migliaia di dimostranti, alcuni dei quali armati di spranghe, qualcuno anche di pistole. Alle granate lacrimogene della polizia i manifestanti rispondono con pietre, molotov e fuochi d’artificio, mentre centinaia di pneumatici vengono bruciati per creare una cortina di fuoco e fumo che freni l’attacco degli agenti.
Più di 5mila persone ieri hanno cercato di avvicinarsi al Parlamento, dove era in discussione una riforma costituzionale chiesta dall’opposizione per ridurre i poteri del presidente. Nelle violenze tra le migliaia di persone che hanno partecipato all’assalto e le forze dell’ordine, oltre alle vittime, ci sono stati numerosi feriti. Sempre ieri, alcune centinaia di manifestanti pro-Europa hanno assaltato e occupato la sede del partito del presidente Yanucovich con pietre e bottiglie molotov, provocando la dura reazione dei poliziotti. Altri scontri sono avvenuti al parco Marinski e in via Grushevski, dove a fine gennaio si erano registrate alcune vittime.
Video scontri a Kiev 18 febbraio 2014 from Globalist on Vimeo.
Papa, cessino le violenze – “Con animo preoccupato seguo quanto in questi giorni sta accadendo a Kiev. Assicuro la mia vicinanza al popolo ucraino e prego per le vittime delle violenze, per i loro familiari e per i feriti. Invito tutte le parti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia e la pace del Paese”. Lo ha detto Papa Francesco in un appello reso noto durante l’udienza generale questa mattina a Piazza San Pietro.
Bonino, rischio guerra civile alle porte Ue – Il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino richiama l’attenzione sul rischio di una guerra civile alle porte dell’Ue. Il dialogo è l’unica strada percorribile, aggiunge Bonino “nonostante i margini negoziali fra governo ed opposizioni appaiano in queste ore ancora più ridotti”. E avverte “in caso di continuazione delle violenze, non escludiamo il ricorso a misure restrittive eccezionali”.
LE REAZIONI DI IERILa reazione di Yanucovich – L’opposizione ha “oltrepassato i limiti” sperando di arrivare al potere grazie alla strada, e i responsabili saranno giudicati” ha detto il presidente ucraino Viktor Ianukovich. “I leader dell’ opposizione non hanno considerato il principio democratico secondo cui si ottiene il potere con le elezioni e non nella strada – ha detto Ianukovich in un messaggio alla nazione pronunciato mentre l’ assalto ai manifestanti in piazza era ancora in corso -. Hanno passato i limiti chiamando la gente a prendere le armi. C’è una eclatante violazione della legge – ha aggiunto – e i colpevoli compariranno davanti alla giustizia”.
La Germania: non escluse sanzioni europee – Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier mette in guardia Kiev su “possibili ripensamenti sulle sanzioni” da parte dell’Ue, secondo quanto si legge in una nota diramata dal ministero. A questo punto, dice il testo, punto non si possono escludere “sanzioni personali” contro i “responsabili” delle violenze in Ucraina.
Casa Bianca: “Basta violenze” – Monito della Casa Bianca al presidente ucraino Viktor Ianukovich, esortato a fare di tutto per porre fine alle violenze. Anche la Nato è intervenuta, attraverso il suo segretario generale. “Sono gravemente preoccupato per il ritorno della violenza in Ucraina e per le notizie sui morti a Kiev”, ha detto Rasmussen, facendo “appello a tutte le parti” perché fermino la violenza e “riprendano urgentemente il dialogo” nonché “il processo parlamentare”.
Ashton: Ucraina torni a processo parlamentare – “Sono molto preoccupata per la nuova grave escalation a Kiev e sulle notizie di vittime negli scontri” afferma Catherine Ashton. L’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri sottolinea che “le decisioni politiche vanno prese in Parlamento e l’Ucraina deve tornare urgentemente al processo parlamentare. La soluzione dovrebbe includere la formazione di un governo inclusivo, riforme costituzionali e la preparazione di elezioni presidenziali trasparenti”.
Nato: grave preoccupazione per il ritorno della violenza – “Sono gravemente preoccupato per il ritorno della violenza in Ucraina e per le notizie sui morti a Kiev” dichiara in una nota il segretario generale della Nato, che fa “appello a tutte le parti” perché fermino la violenza e “riprendano urgentemente il dialogo” nonché “il processo parlamentare”.
Mosca: ecco risultato “connivenza” occidentale ed europea – “Quanto sta succedendo” recita una nota diramata dal ministero degli Esteri di Mosca, “è la diretta conseguenza della politica di connivenza perseguita da quei politici occidentali, e da quelle strutture europee, che fin dall’inizio della crisi hanno chiuso gli occhi sulle azioni aggressive delle forze radicali ucraine, in tal modo incoraggiandole a esasperare la situazione e a provocare le legittime autorità”. Mosca sollecita dunque l’opposizione ucraina a rinunciare a minacce e ultimantum e ad aprire un dialogo con il governo.
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