Si chiamava Alice Herz-Sommer e a 110 anni era la più anziana sopravvissuta all’Olocausto. Nota concertista si apprestava a diventare ancora più famosa per il film-documentario di 38 minuti sulla sua vita candidato all’Oscar il prossimo 2 marzo: “The lady in number 6: music saved my life”.
Nata in una famiglia dell’upper class ebraica a Praga, è cresciuta frequentando come amici di famiglia “zio Franz” Kafka e Gustav Mahler. Pianista di grandissimo talenti si vide stroncare la carriera dai nazisti. Ma alla musica deve la sua salvezza, inizialmente quella del marito (che poi morì) e del figlioletto di sei anni, quando nel 1943 venne trasferita a Theresienstadt: la fortezza-ghetto a 50 km da Praga che la propaganda di Hitler spacciava come “il regalo del Fuhrer agli ebrei”.
Qui però c’era un teatro ed un’orchestra, che consentirono a Alice di sopravvivere alla fine della II Guerra Mondiale. Da Praga si trasferire nel neonato Stato di Israele dove ha vissuto a lungo e ripreso la carriera da concertista. Qui visse 37 anni per poi trasferirsi a Londra in un appartamento al “number 6” (lo stesso del titolo) di un edifico del centro.
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