Il Libano ieri come la Siria oggi
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Il Libano ieri come la Siria oggi

Ci sono dei punti di incredibile somiglianza tra la guerra civile libanese (1975-1989) e il conflitto siriano esploso ormai tre anni fa.

Il Libano ieri come la Siria oggi
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7 Aprile 2014 - 18.35


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di Riccardo Cristiano

Ci sono dei punti di incredibile somiglianza tra la guerra civile libanese (1975-1989) e il conflitto siriano esploso ormai tre anni fa. Il primo elemento, in ordine di importanza, è quello economico. Il Libano negli anni pre bellici godeva di una crescita economica che tutti gli studiosi convengono nel porre al 7% negli anni Cinquanta e al sei successivamente. Soprattutto per questo motivo la città, Beirut, ebbe una crescita esponenziale, con la nascita di quella cintura della miseria che vide l’inurbazione forzata di tantissimi contadini, in gran parte sciiti, in fuga dalle campagne alla ricerca di un futuro migliore.

Nacquero così le tensioni socio-politiche con progressiva presa di coscienza di classe da parte dei settori deboli o emarginati della società, che portò all’insurrezione rurale e agli scioperi degli operai.
Questo rafforzò la solidarietà e la consapevolezza di classe, in forte ed esplicito conflitto con la solidarietà tribale della società tradizionale. La gestione del conflitto però produsse rapidamente la polarizzazione in due campi “politici” contrapposti che favorì una ritorno alla contrapposizione lungo linee etniche, religiose o claniche, il consolidato confine delle identità religiose.

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Questo fu il prodotto del “fronte interno” del conflitto, caratterizzato dalla guerra della Montagna e dello Shouf,(1983), di Beirut (1984) e di Sidone. (1985).

Anche in Siria è andata così.

Un’altra somiglianza è quella delle guerre parallele: anche nella guerra civile libanese, come oggi nel conflitto siriano, accanto al conflitto interno si svolgeva parallelamente la guerra di teatro, che aveva al suo cuore il conflitto israelo-palestinese e lo schierarsi dei vari soggetti in rapporto da esso. Oggi il conflitto di riferimento è quello tra Iran e Arabia Saudita.

Ultimo punto di analogia: il disgregarsi del campo maggioritario in un campo ad altissima conflittualità interna. Allora fu la guerra tra il generale Aoun e la Forze Libanese di Geagea, oggi in Siria è il dividersi del fronte sunnita in insorti e qaedisti ( messi in piedi dal regime) .

Queste impressionanti somiglianze indicano che non è azzardato dire che la soluzione, per chi volesse trovarla, sarà la stessa. E cioè: il Libano uscì dalla guerra civile con la sostituzione di un sistema dominato da una sola comunità, quella cristiana, a un sistema di concertazione intercomunitaria (aumento dei poteri del premier sunnita e del capo del parlamento sciita). Così la Siria, se si volesse la pace, non potrebbe che trovarla nel passaggio dal dominio alauita alla concertazione interconfessionale.

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L’altro dato evidente è che anche qui, come allora in Libano, la pace non si troverà mettendo intorno al tavolo i capi delle milizie armate, ma i loro esponenti politici. Allora erano i deputati sopravvissuti alla guerra civile, in Siria oggi sarebbero gli uomini del fronte interno e gli esponenti del Parlamento siriano (tutto pro regime) non coinvolti nella repressione.

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