Gas lacrimogeni e confusione per una manifestazione di indios che protestavano a Brasilia contro i Mondiali di calcio. Così la polizia brasiliana ha disperso i manifestanti, circa un migliaio, che oltre a indossare i tradizionali copricapi di piume e ad avere il volto dipinto con maschere dai caratteristici colori vivaci, brandivano archi e frecce. Una di queste ha centrato alla gamba un poliziotto.
Si tratta dell’ultimo episodio in ordine di tempo, dell’escalation che sta progressivamente azzerando sul piano internazionale l’immagine del paese che tra qualche settimana, tra le mille proteste, dovrà accogliere il più importante avvenimento calcistico. Sono stati sostanzialmente tre i momenti ad alta tensione che si sono verificati nella giornata di ieri: prima la protesta indigena con oltre 800 indios che salivano sul tetto del Parlamento riuscendo a bucare la security senza grossi problemi. I manifestanti volevano protestare contro un progetto di legge che trasferisce a deputati e senatori il potere di demarcare le loro terre, potere oggi detenuto dal Funai, acronimo di Fondazione Nazionale dell’Indio. Quaranta minuti di sfilata con molti cacique con tanto di cocar in testa (così si chiama il colorato copricapo tipico indio) gran parte dei quali vestiti nei costumi tradizionali e con i volti dipinti con colori sgargianti che contrastavano col bianco dell’opera di Oscar Niemeyer che accoglie il potere legislativo.
Una volta fatti scendere i manifestanti si sono riuniti ad altri dell’associazione “Coppa delle Manifestazioni” marciando insieme verso lo stadio Mané Garrincha, costato un miliardo e mezzo di reais (mezzo miliardo di euro) in una città in cui il Brasilia FC milita in quarta divisione.
Proprio li si sono scontrati con la Polizia a cavallo ed un indio ha scagliato una freccia in direzione dei militari che ha inziato con il lancio di lacrimogeni per disperdere i manifestanti.
