Libia: il nuovo governo contestato entra in carica
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Libia: il nuovo governo contestato entra in carica

Le polemiche si sono sviluppate dopo che i conteggi sui voti hanno evidenziato degli errori. Nonostante questo il nuovo governo è si è insediato ugualmente.

Libia: il nuovo governo contestato entra in carica
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3 Giugno 2014 - 10.05


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Continua il caos in Libia. Il nuovo governo di Tripoli guidato dall’uomo d’affari filo-islamico Ahmed Miitig – la cui elezione il mese scorso è stata dichiarata non valida per un errore nel conteggio dei voti – ha preso possesso questa sera della sede del Governo. «Il governo è entrato in carica» ha annunciato Miitig in una breve dichiarazione alla stampa, nonostante il rifiuto del premier uscente Abdallah al-Theni di cedere il potere. Alcuni consiglieri di Miitig, come indicato da un suo portavoce, sono potuti entrare «senza problemi» nella sede del Governo, che era «quasi vuota». «Non c’è stata alcuna opposizione da parte dei servizi di sicurezza schierati di fronte al palazzo», ha spiegato il portavoce.

Tuttavia, un membro del governo uscente che ha voluto restare anonimo e che si trovava poco distante dal palazzo del Governo ha denunciato che si è trattato di «un assalto da parte di uomini armati». Ma, secondo un corrispondente della France Presse sul posto, non è stata segnalata alcuna presenza armata nei pressi dell’edificio che si trova nel centro della città. Appena la settimana scorsa il governo libico uscente di Abdallah al-Theni aveva chiesto che fosse la giustizia a dire se dovesse cedere la guida del paese al nuovo esecutivo, la cui elezione era stata invalidata perchè Miitig aveva ottenuto 113 preferenze invece delle 120 necessarie per la sua nomina, come stabilito dal Congresso generale nazionale (Cng), il Parlamento libico. Sul campo, intanto, due settimane dopo l’avvio dell’offensiva «anti-terrorista» lanciata in Cirenaica dal generale Khalifa Haftar contro le milizie islamiste, tra cui il gruppo Ansar Al Sharia, oggi Bengasi è stata teatro di violenti scontri.

Leggi anche:  Libia, quando il crimine si fa Stato

I più sanguinosi dalla metà di maggio. Si contano 21 morti, tra cui 11 militari, e 112 feriti. Sempre oggi, nella capitale, sconosciuti hanno sparato colpi d’arma da fuoco contro il convoglio di mezzi del capo di stato maggiore dell’esercito regolare, il generale Abdessalam Jadallah al-Abidi, senza tuttavia fare vittime, e sono stati messi in fuga dalla reazione della scorta. Nelle ultime settimane al-Abidi si è mostrato ostile nei confronti dell’ex generale della riserva Khalifa Haftar.

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