Aereo malese: in Ucraina arrivano gli esperti
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Aereo malese: in Ucraina arrivano gli esperti

I primi trenta esperti dell’Osce hanno avuto accesso all’area del disastro che però è vasta quasi venti chilometri quadrati, mentre continua la ridda di accuse e false notizie.

Aereo malese: in Ucraina arrivano gli esperti
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21 Luglio 2014 - 16.06


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L’inchiesta sull’abbattimento del “Boeing” della “Malaysya Airwais” è appena ai primi passi e l’incrocio di accuse, mezze verità e falsi assoluti già comincia a farsi assordante. Kiev punta il dito contro i separatisti filorussi i quali impedirebbero l’accesso degli esperti alla zona del disastro eppure già dall’altro ieri squadre di tecnici hanno potuto recarsi nel luogo in cui è caduta la parte più grossa dei rottami, anche se i resti dell’aereo e dei suoi 268 passeggeri sono sparsi in un’area di circa 20 chilometri quadrati.

Il premie inglese David Cameron ha chiesto all’Unione europea di decidere subito altre sanzioni alla Russia se Vladimir Putin non mosterà di collaborare, ma il presidente russo ha già chiesto ai ribelli del Donestk di fornire o ni colleborazione agli ispettori ed ha subito aderito all’invito della cancleliera Merkel di affidare l’inchiesta ad una commissione dell’International Civil Aviation Organization (ICAO), e dunque non si vede cosa altro avrebbe potuto fare. I ribelli filorussi fanno sapere a loro volta di aver ritrovato entrambe le “scatole nere” del velicolo, che però potranno confermare soltanto che il “Boeing” è stato colpito da un missile: quel che resta da capire è da dove sia partito.

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Kiev ha fatto circolare un filmato che riprende un trasporto adibito a rampa di lancio per missili terra-aria di tipo “Buk” e sostiene fosse nelle mani dei separatisti, che poi nottetempo l’avrebbero fatto rientrare in territorio russo, ma lo spezzone non ha altre pezze d’appoggio, mentre nello stesso modo qualcuno ha fatto circolare false immagini di un aereo che precipita a terra ancora intatto oppure ha avvalorato la teoria che il missile in realtà puntasse all’aereo di Putin, che aveva una livrea pressoché identica a quella del “Boeing” malese. Al di là di tutte le congetture, al momento restano fermi soltanto due fatti: i missili “Buk” sono in dotazione sia alle forze armate russe che a quelle ucraine e con ogni probabilità l’ordigno è partito dall’Est dell’Ucraina, anche se bisogna ancora stabilire con precisione da quale zona.

Il resto continua ad essere fatto solo di accuse e congetture interessate: il ministro degli Esteri olandese, Frans Timmermans si è detto “scioccato” e “indignato”durante un incontro a Kiev con il presidente ucraino Poroshenko ed ha promesso di “fare di tutto per assicurare che i responsabili siano portati davanti alla giustizia” e “non solo chi preme il pulsante, ma coloro che hanno reso possibile tutto questo”.

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Il primo ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte ha detto che per la sua parte a L’Aia che il presidente russo dovrebbe “assumersi la responsabilità contro i ribelli”, dopo “un intenso colloquio telefonico con lui: Purtin deve mostrare al mondo ed ai Paesi Bassi si fa ciò che si aspetta da lui”.
Venerdì e sabato comunque una trentina di ispettori dell’OSCE sono arrivati sulla scena del disastro: il team internazionale ha ottenuto un “accesso limitato” all’area, estesa perdiversi chilometri, su cui si trovano resti dell’aereo misti a valigie, libri, giochi, passaporti e resti umani e sulla quale grava un odore quasi insopportabile.

Alcuni detriti “sembrano essere stati spostati dal luogo dello schianto”, ha detto sabato sera a Donetsk Michael Bociurkiw, portavoce della missione di osservazione. Si riferiva soprattutto a “borse dei duty-free aperte” ed a “bottiglie di alcolici rotte”, ma anche a detriti apparentemente bruciati ma collocati su tratti di terreno che non mostravano tracce di fuoco.

Parlando di una “terribile tragedia”, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obamaha detto che l’aereo è stato colpito da un missile “sparato da un’area controllata dai separatisti che sono sostenuti dalla Russia” zona, però Mosca respinge fermamente qualsiasi responsabilità nella tragedia.
Il luogo dell’incidente peraltro si trova nella zona ribelle, vicino alla città di Chakhtarsk ma in un luogo pienamente coinvolto dall’offsneiva delle forze di Kiev, questo rende le operazioni particolarmente complesse.

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Le ultime ore hanno riservato anche un presunto “giallo” riguardante i corpi delle vittime: “I terroristi hanno trasportato 38 corpi delle vittime all’obitorio a Donetsk, dove gli specialisti di lingua con un netto accento russo hanno detto che avrebbero condotto le autopsie: i terroristi sono anche alla ricerca del modo di trasportare i resti di aereo in Russia”, ha accusato sabato il governo ucraino. La cosa in realtà era molto più ovvia: un leader separatista il ha confermato che alcuni resti dei passeggeri erano stati portati all’obitorio di Donetsk. “27 corpi sono stati rimossi questa mattina per evitare che si decomponessero”, ha detto.

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