Appello da Gaza: fermate questa tragedia
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Appello da Gaza: fermate questa tragedia

Ramy Balawi, un giovane maestro di storia, ha scritto una lettera per Simone Camilli, rivolgendosi all’Italia a nome della popolazione palestinese.

Appello da Gaza: fermate questa tragedia
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18 Agosto 2014 - 20.43


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di Raffaella Cosentino

Mancano solo poche ore alla fine del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e arriva attraverso i social network un appello per la fine della guerra, in cui si chiede la fine dell’occupazione israeliana e lo stop al lancio di razzi da Gaza.

Ramy Balawi, un giovane maestro di storia che ha 26 anni e vive a Gaza City ha contattato la nostra agenzia da Facebook per fare arrivare all’Italia la voce della popolazione di Gaza. Balawi è l’autore della lettera pubblicata dalle testate italiane con cui Gaza ha salutato come un eroe Simone Camilli, il videoreporter italiano morto sul campo pochi giorni fa.

“Voglio che il mondo ascolti le nostre voci da Gaza, voglio che gli italiani conoscano la nostra realtà. La gente di Gaza vuole la fine della guerra – scrive Balawi – Perché è così importante che il mondo ci ascolti? Il popolo di Gaza vuole che finisca la guerra di Israele su Gaza. Vogliamo che si fermino gli attacchi e i razzi da Gaza su Israele, ma chiediamo al mondo di stare dalla parte dei nostri diritti per la fine dell’occupazione israeliana su Gaza e l’apertura del porto e dell’aeroporto che sono richieste umane per la legge internazionale. È impossibile per noi vivere in libertà, sicurezza e pace come tutti gli altri popoli del mondo? Siamo tutti esseri umani e stiamo dalla parte dell’Umanità, allora per favore fermate questo massacro, questa sofferenza e questa tragedia. Dateci la possibilità di ricostruire le nostre vite e le nostre case. Basta attacchi e fermate l’occupazione israeliana di Gaza”.

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Dall’inizio della guerra, Balawi ha raccontato live su Facebook con post e foto le bombe e le devastazioni degli attacchi israeliani, la morte di familiari e amici cari. E’ sopravvissuto alla distruzione della sua casa. A Ferragosto ha mostrato in tre scatti un cumulo di macerie, ciò che resta dell’abitazione.

“La nostra situazione in questo momento è una tragedia – spiega il maestro palestinese a Redattore Sociale – La situazione peggiore è nelle scuole delle Nazioni Unite perché dentro ogni scuola ci sono oltre 1200 persone. Alcune famiglie vivono nel giardino dell’ospedale Al-Shifa, il più grande ospedale pubblico di Gaza. Le famiglie si sono rifugiate a casa dei parenti, si sta in 40 dentro una casa, per questo donne e bambini dormono all’interno, gli uomini nel giardino o per la strada”.
Anche Balawi racconta di dormire nel giardino dell’ospedale. Saluta l’Italia con un’ultima frase: “chiediamo solo umanità”.

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