Voci e paure per la sorte di Vanessa e Greta
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Voci e paure per la sorte di Vanessa e Greta

Le due giovani cooperanti italiane sono state rapite una ventina di giorni fa in Siria e potrebbero essere nelle mani dei Militanti dell'Isis.

Voci e paure per la sorte di Vanessa e Greta
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22 Agosto 2014 - 11.24


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Dopo la brutale uccisione del giornalista americano James Foley l’Italia vive con angoscia il rapimento delle due giovani cooperanti Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, rapite in Iraq ormai venti giorni fa. Ieri il Guardian ha rivelato che due ragazze italiane (di cui però non ha precisato i nomi) potrebbero essere nella mani dei Jihadisti dello Stato islamico (che hanno decapitato Foley).

C’è anche chi crede, però, che Vanessa e Greta verranno presto liberate. Il giornale londinese in lingua araba al Quds al Arabi ha assicurato che le due cooperanti “stanno bene” e che saranno liberate “forse nelle prossime ore”. E ha spiegato che il rapitore finito nelle mani del gruppo avrebbe confessato che “stava trattando con le autorità italiane per raggiungere un accordo su un riscatto”.

Si tratterebbe di un “membro di una brigata dell’opposizione siriana” – e dunque non dello Stato islamico – catturato nei pressi di Sarmada, località a ridosso del confine con la Turchia nella regione di Idlib. La linea della Farnesina sugli italiani rapiti nel mondo – sei i casi in questo momento – resta sempre la stessa: tutti i canali immediatamente attivati, silenzio stampa, massimo riserbo, contatti diretti solo con i familiari. Che, in queste ore ,seguono con un misto di paura e speranza le voci che si rincorrono.

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“Siamo ottimisti e speriamo di riabbracciare al più presto Vanessa e la sua amica Greta – ha detto il padre di Vanessa, Salvatore Marzullo – anche se l’angoscia cresce”.

Gli altri in pericolo – I sequestri porterebbero a oltre 20 il numero degli stranieri in mano ai terroristi islamici. Sarebbero giornalisti, fotografi o operatori umanitari che dopo il rapimento sarebbero stati trasferiti a Raqqa. Il quotidiano osserva che i rapimenti si sono dimostrati un buon business per i militanti islamici dal momento che negli ultimi sei mesi almeno dieci ostaggi tra cui un danese, tre francesi e due spagnoli sono stati liberati dopo lunghi negoziati con i rapitori che avevano chiesto in cambio un riscatto.

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