La Chiesa croata non conosce crisi
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La Chiesa croata non conosce crisi

La recessione sta lacerando il tessuto sociale croato, ma la comunità cattolica continua ad incassare dal governo fiumi di capitali con ben poca trasparenza<br><br>

La Chiesa croata non conosce crisi
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17 Novembre 2014 - 16.20


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La draconiana “cura ricostituente” somministrata dal governo croato – imposta e delineata da Bruxelles – e la recessione imperante hanno profondamente impoverito i cittadini croati, deprimendo il clima economico e azzerando la crescita. In questi ultimi mesi, l’esecutivo di Zagabria ha dunque inasprito la pressione fiscale, ritoccato al ribasso gli stipendi e diminuito massicciamente sovvenzioni e incentivi alle imprese. In compenso, tuttavia, un simile clima di austerità e rigore non sembra aver intaccato la Chiesa cattolica, che continua ad incassare ingentissimi finanziamenti statali articolati in una selva di rivoli di spesa. Venire a capo di questo mare magnum di capitali dirottati dai fondi pubblici nelle casse della Chiesa cattolica croata diventa infatti un’impresa alquanto spericolata, vista la scarsa trasparenza che impedisce di formulare un chiaro resoconto su una questione così delicata. E sebbene il governo abbia risposto la scorsa settimana a un’interrogazione parlamentare presentata dalla deputata e presidente del Partito laburista Nancy Tireli per far luce sulla materia, fornendo alcune cifre illuminanti, resta ancora molto da fare per dissipare la confusione.

Stando quindi alla relazione consegnata dal Consiglio dei ministri, lo Stato eroga annualmente quasi 78 milioni di euro per assolvere agli obblighi finanziari legati ai servizi offerti dalla Chiesa cattolica in “campo culturale, educativo, sociale, etico” e per “sostenere” il clero, i funzionari del Vaticano in Croazia e i lavori di costruzione e manutenzione di parrocchie e centri pastorali. Pertanto le altre 51 comunità religiose presenti nel territorio del Paese possono incamerare solo le briciole, ovvero un importo complessivo pari ad appena 26,2 milioni di euro.

Ma non è certo finita qui, perché dal 1997 al 2013 gli esecutivi alternatisi alla guida del Paese hanno stanziato circa 113 milioni di euro per finanziare il restauro e la protezione dei monumenti di proprietà della Chiesa cattolica. Da giugno 2011 al 31 dicembre del 2013, inoltre, sono sgorgati dalle casse pubbliche 12,7 milioni di euro per saldare le buste paga degli insegnanti di religione. Ancora, l’ordinariato militare (un particolare comparto della Chiesa cattolica che si occupa di fornire assistenza spirituale ai fedeli cattolici presenti nelle forze armate) ha potuto usufruire nel 2013 un fondo da 675 mila di euro, mentre il ministero degli Interni sborsa ogni anno 90,8 mila euro per contribuire al pagamento delle spese relative ai pellegrinaggi e ritiri internazionali, nazionali e locali.

(Fonte: Index)

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