Brutte notizie dello Yemen, l’ostaggio americano , Luke Somers, è morto nel corso di un raid per tentare di liberarlo.
Obama. Il presidente americano, Barack Obama, ha condannato la “barbara morte” di Somers ma anche affermato di aver autorizzato “l’operazione di recupero in collaborazione con il governo yemenita” per la “liberazione di tutti gli ostaggi” detenuti nel Paese alla luce di informazioni di “pericolo imminente” per Luke Somers. Gli Usa, ha aggiunto, “non lesineranno sforzi per utilizzare tutte le capacità militari, di intelligence e diplomatiche per riportare a casa sani e salvi gli americani, ovunque si trovino”.
Seconda vittima. L’altro ostaggio ucciso insieme a Somers si chiamava Pierre Korkie, ed era un insegnante sudafricano. Era stato rapito nel maggio 2003 insieme alla sua compagna, rilasciata a gennaio scorso grazie alla mediazione della Ong Gift. L’uomo doveva essere “rilasciato domani”. Lo afferma l’ong Gift che stava negoziando il suo rilascio. Korkie, insegnante da quattro anni nello Yemen, era stato rapito con la compagna Yolande a maggio 2013.
L’appello. “Per favore, mostrate pietà”: così Paula, madre del giornalista americano Luke Somers, detenuto da al Qaida nello Yemen da oltre un anno, si è rivolta ai rapitori di suo figlio in un video su YouTube. Nel filmato c’è anche il fratello del giornalista, Jordan, che spiega che la sua famiglia “non era a conoscenza del tentativo di liberare Luke” condotto dalle forze speciali Usa. E Luke “è solo un fotoreporter, non è responsabile per nessuna delle azioni intraprese dal governo Usa”.