Sono Charlie, ma anche Ahmed. Perché sono Voltaire
Top

Sono Charlie, ma anche Ahmed. Perché sono Voltaire

L'attacco ai diritti e alla libertà non può essere sintetizzato con uno slogan se non includendo tutte le vittime silenziose della brutale politica economica occidentale.

Sono Charlie, ma anche Ahmed.  Perché sono Voltaire
Preroll

redazione Modifica articolo

19 Gennaio 2015 - 12.30


ATF

Augusto Cavadi


Io sono Charlie? Sì, anche se non avrei mai speso un euro per acquistare una copia del settimanale satirico francese. Lo sono e non mi sento ipocrita (come alcuni esponenti del radicalismo di sinistra bollano quanti, come me, non ci saremmo mai dichiarati della partita se non ci fosse stato l’eccidio parigino): infatti, pur non essendo stato mai uno Charlie, lo sono diventato da quando due fondamentalisti (occasionalmente musulmani) hanno ucciso tanti innocenti (occasionalmente atei e bestemmiatori). Sono diventato Charlie perché, da quando ho memoria, sono Voltaire: uno che può non essere d’accordo con le tue idee, ma è disposto a morire affinché tu le possa esprimere.

Sono Charlie, ma sono anche Mounhib, Abdul, Fatima e tanti altri milioni di musulmani che hanno sofferto in silenzio – e senza minimamente ipotizzare vendette violente – sapendo che una redazione giornalistica europea sfotteva non solo Mosé e Gesù, ma anche Maometto; anzi lo stesso Dio che Mosé chiamava Jahvhé, Gesù chiamava Papà e Maometto chiamava Allah. Sono con loro perché mi viene spontaneo mettermi dalla parte dei deboli: per esempio di quanti sono culturalmente condizionati e ritengono che l’ironia per quanto beffarda, possa colpire Dio (sia che non esista sia, a maggior ragione, se esiste ed è davvero l’Altissimo).

Leggi anche:  La prima deputata transgender non potrà usare il bagno delle donne al Congresso

Sono Charlie, ma sono anche quelle centinaia, quelle migliaia, quei milioni di uomini e donne, anziani e bambini, che l’Europa e gli Stati Uniti d’America ogni giorno inquinano con scorie; avvelenano con prodotti alimentari scaduti; sfruttano come mano d’opera a basso prezzo o come oggetti di godimento sessuale o come clienti delle nostre industrie belliche; bombardano per errore o lasciano che vengano bombardati con precisione chirurgica dalle armi di eserciti avversari (come, a due passi da casa mia, l’esercito dello Stato d’Israele).

Sono Charlie, con convinzione. Ma con convinzione non minore sono ogni fratello e ogni sorella che viene offeso, mutilato, annichilito. So che a molti non piace questo essere “sì, ma anche…”: non ci posso fare nulla se il mondo è complesso e se solo gli stupidi hanno soluzioni semplicistiche, semplificanti (non semplici).

Veramente sono anche Cita, la scimmietta il cui cranio viene sezionato dal vivo nei nostri asettici laboratori scientifici; e sono Monty il montone e Pig il suino, Ciccina la gallina e Ciccio il coniglio, D’Artagnan il pesce spada e Tondo il tonno. Ma questo è un discorso che ci porterebbe troppo lontano dalla cronaca, angosciante e ammutolente, di questi giorni plumbei.

Leggi anche:  Anche i repubblicani contro Gaetz accusato di molestie sessuali: chiedono sia reso pubblico il rapporto

[GotoHome_Home]

Native

Articoli correlati