Svetlana Davydova e’ accusata di alto tradimento. Madre di 7 figli, Svetlana si trova ora nel carcere di Lefortovo, tristemente famoso come luogo di detenzione perché gestito dai servizi segreti russi. Svetlana rischia da 12 ai20 anni di reclusione. La donna, 36 anni, è stata sempre una casalinga, ma con “un carattere ribelle e battagliero”. Così la definiscono familiari e amici. Per alcuni anni la donna e’ stata iscritta alla sezione del Partito Comunista del suo quartiere. La vicenda di Svetlana comincia una tranquilla mattina d’autunno.
La donna e’ a bordo di una marshrutka, uno sorta del taxi collettivo assai diffuso in Russia. Sul taxi incontra un vicino di casa, un ufficiale della base militare dell’esercito che si trova a pochi metri da casa . L’uomo parla ad alta voce al telefono e racconta a qualcuno che la sua 82esima brigata delle forze speciali presto verrà spostata a Mosca, e da lì partirà per una missione top-secret, forse all’estero. Svetlana memorizza l’informazione sfuggita all’imprudente ufficiale e prova ad indagare. Passano alcune settimane e la caserma chiude, i militari sono partiti.
Quale sarà mai questa misteriosa missione top-secret? Non saranno andati a combattere in Ucraina? Il sospetto è un tarlo che non fa dormire Sveltlana. Un bel mattino, la donna, col suo carico di interrogativi, si reca nell’Ambasciata di Kiev nella capitale russa. Passa il tempo. Qualche mese dopo, di buon’ora, nella modesta abitazione della donna si presentano gli uomini dei servizi segerti (FSB): Svetlana è arrestata con l’accusa di aver rivelato isegreti di Stato ad una potenza straniera.
Dal 21 gennaio Svetana è dietro le sbarre di una cella di Lefortovo. Il suo caso è stato secretato. L’unica fonte di informazioni è il marito della donna, Anatolij Gorlov che ha parlato con la stampa, creando qualche sommovimento nell’opinione pubblica russa. La vicenda della madre di sette figli, detenuta nel carcere del FSB, scuote, infatti, la Russia. Già migliaia di persone hanno sottoscritto l’appello per la sua scarcerazione. L’opinione pubblica vuole sapere perche’ le autorità tacciono, il caso nella memoria collettiva richiama momenti tragici della storia russa. Sullo sfondo resta la domanda: dove e’ andata a finire la famosa 82esima brigata delle forze speciali?
C’è qualche breccia nel muro di silenzio: l’82esima brigata delle Forze speciali si occupava di intercettazioni via radio, i suoi militari monitorano le conversazioni radio del nemico e sono capaci di captare, decifrare e tradurre immediatamente qualsiasi comunicazione. Non e’ dato a sapere se gli uomini della 82esima si trovano già nel Donbass. Si sa soltanto che Svetlana Davydova é detenuta del carcere di Lefortovo , accusata di alto tradimento senza aver avuto mai l’accesso a segreti di Stato. Una situazione kafkiana, tutto per quel breve viaggio sulla marshrutka.
Co lei, nello stesso carcere, in un’altra cella, un secondo detenuto. E ‘accusato d’aver rivelato alle potenze nemiche informazioni relative alla preparazione delle Olimpiadi invernali di Sochi! Tutto come nella sceneggiatura di un vecchio film sulla guerra fredda, tutto come nelle migliori tradizioni sovietiche, tutto come ai tempi nei quali si consigliava massima prudenza perché “anche le mura hanno orecchie”.