Si chiama Francesco F. ed è tornato da poco in Italia, in Piemonte, dalla sua famiglia. Al Corriere della Sera ha raccontato che nell’ultimo anno è stato a combattere tra le fila ucraine dell’est del Paese. Un foreign fighters, ma in Ucraina. Si tratta di persone con passaporto italiano, che partono per combattere in un paese straniero. Il ministro Angelino Alfano ha presentato un decreto antiterrorismo studiato dopo i fatti di Parigi proprio per arginare questo fenomeno, che vede l’Isis in testa.
Nell’intervista rilasciata al CorriereFrancesco racconta di essere continuamente al telefono per capire le mosse dei suoi compagni di battaglione, l’Azov: “Il 10 febbraio abbiamo allargato di 30 chilometri la zona da noi controllata intorno a Mariupol, spiega, conquistando tre piccole città senza nessuna copertura dell’esercito e un caccia russo è stato abbattuto”. Alla domanda se ha paura di essere arrestato proprio per via del decreto, lui ha risposto molto serenamente “Se nel mirino del decreto ci sono gli appartenenti a gruppi terroristici allora al momento posso stare tranquillo”.
Francesco infatti spiega che è militante nelle file dell’estrema destra, unitosi alla causa ucraina ai tempi di Maidan, all’inizio della rivoluzione, “il nostro è un battaglione prima politico e poi militare, siamo contro il governo ucraino ma difendiamo la popolazione. Ma anche se la nostra ideologia è ferrea dipendiamo in qualche modo dal ministero della difesa ucraina e siamo uniti alla Guardia Nazionale: mi hanno messo “in regola” e sono al riparo anche dalle leggi internazionali, che però non difendono gli stranieri (almeno tre italiani) che combattono con i separatisti filorussi”.
Ha raccontato che non lo fa per soldi: “combatto per amore e per ideologia” e ha aggiunto: “ci danno 200 dollari al mese, sigarette e cibo, l’alcol invece è severamente vietato”. Ha poi confidato che ha conosciuto altri italiani come lui “siamo in 7 ufficiali, ma ce ne sono altri che non possono essere dichiarati”. [GotoHome_Torna alla Home]