La roulette russa di Tsipras
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La roulette russa di Tsipras

Il premier greco gioca su più tavoli: tratta le allentare le condizioni del debito però minaccia anchedi rivedere tutti i contratti per la gestione degli scali aerei con società tedesche

La roulette russa di Tsipras
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19 Febbraio 2015 - 11.02


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La partita fra Grecia ed Unione europea sta arrivando alle mosse decisive. Il primo ministro greco Alexis Tsipras e il segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – OCSE), Jose Angel Gurria /[b]si sono nuovamente incontrati per discutere le condizioni di rimborso dei prestiti. Nelle stesse ore il ministro delle Finanze, [b]Janis Varufakis dice che la Grecia sarà in grado di pagare rapidamente i suoi debiti, ma è essenziale che gli obblighi finanziari siano ristrutturati.

“Quando il debito non può più essere rimborsato, poi si arriva al suo taglio – ha detto Varufakis alla rivista tedesca Stern- ed il punto è che il debito greco non può essere rimborsato in un prossimo futuro”. Il governo di Atene greco vuole che i finanziatori allentino i requisiti imposti dal programma, così da consentire ad Atene di aumentare le spese di bilancio per rilanciare l’economia. In alternativa, le pressioni dell’ Eurogruppo potrebbero escludere la Grecia dalla zona euro e restituirla alla moneta nazionale, la dracma.
Cipras sa che deve raggiungere un qualche accordo di compromesso con la UE se vuole sopravvivere al potere, così ora sta cercando di forzare alcune soluzioni per il rimborso del debito a lungo termine in un modo più “ragionevole”, che cambia le regole del gioco imposte dalla missione della “troika” (Ue, Bce, Fmi). La UE dal canto suo al di là delle dichiarazioni di fermezza è vulnerabile alla minaccia della Grecia di lasciare la zona euro, cosa che aprirebbe crepe molto grandi nell’economia della moneta unica.

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 Proprio quando il confronto fra Atene e Bruxelles si è fatto più delicatoil ministro degli Esteri Nikos Kocijas è volato a Mosca per un incontro con il suo omologo Sergei Lavrov . La minaccia è chiara anche se non ancora espressa chiaramente, in caso di emergenza Atene potrebbe rivolversi a Mosca che sarebbe ben lieta di allargre i cordoni della borsa. Alla Germania, che conduce la disputa diplomatica ed economica per conto della zona euro sulle modalità di realizzazione del debito greco, il fallimento della Grecia costerebbe 80 miliardi di euro. La domanda è come tutto questo potrà influire sulle politiche di altri Paesi fortemente indebitati o manifestano una lieve ripresa dalla recessione, prima di tutto Spagna, Portogallo e Irlanda.


L’Unione europea e la Banca centrale hanno adottato provvedimenti che dovrebbero prevenire la diffusione della crisi greca ad altri Stati membri, compreso il meccanismo europeo di stabilità (ESM) , un fondo da 500 miliardi di euro che in caso di emergenza , può aiutare i Paesi immersi in gravi problemi. La Banca centrale europea in questi giorni è corsa in aiuto di Atene aumentando il volume del fondo di emergenza per preservare la liquidità (ELA) a cinque miliardi di euro.
A i rischi di un “default” non finiscono qui: un fallimento della Grecia e l’incapacità di rimborsare il debit trasformerbbero in carta straccia i titoli di Stato di proprietà di banche greche, subito dopo la Bce chiuderebbe il rubinetto dei prestiti, perché le è permesso di mantenere in vita un sistema bancario insolvente. La Grecia così “si troverebbe a secco”, avverte Jörg Kremer, capo economista diella “Kommerzbank”.

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Tsipras attraverso le sue politiche sta aprendo un gioco della “roulette russa”e per il suo Paese ma anche per l’Unione , aspettando di vedere chi sparerà il “proiettile economico” . La questione del collasso sociale e politico in Grecia può avere conseguenze imprevedibili dunque Atene prima si vedrà minacciare e poi le verranno offerti altri su pressioni di entrambi i lati.

 Il governo Tsipras ora sta giocando su più tavoli con notevole coraggio e senso dell’azzardo: il primo ministro minaccia di riconsiderare il contratto di privatizzazione di 14 aeroporti, siglato con la società tedesca “Fraport” per un totale di 1,2 miliardi di euro. Gli scali sono stati dati in concessione nel 2014 per aumentare le entrate dello Stato e vanno da Salonicco alle le isole turistiche di Corfù, Rodi, Mykonos e Santorini. Quest’ultimo è stato costruito per le Olimpiadi del 2004, ed è gestito in concessione dalla società tedesca “AviAlliance” che è una filiale della società costruttrice dell’aeroporto, la “Hoćtief”.

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Il governo greco tatticamente prevede anche di sospendere la prevista vendita dei due principali porti del Paese, il Pireo e di Salonicco,interessati a progetti di privatizzazione cinesi lungo una strategica “via della seta” per l’Europa.”Noi non negoziamo su un’ulteriore vendita o privatizzazione del porto del Pireo e di Salonicco,” ha detto il portavoce del governo di Atene, Gabriel Sakelaridis. La società cinese COSCO gestisce due terminaal portuali per caricare merci in Pireo, ed in base al programma di privatizzazione dello scorso anno è entrata nella “shortlist” per l’acquisto del 67 per cento nel porto. Adesso il governo Tsipras dice che non è contrario a concessioni per la società cinese, ma proprio non vuole più vendere il porto.

Dalla Bce per ora è partito il messaggio che “le banche greche non sono attualmente a rischio di perdere soldi”, come ha dichiarato Bostjan Badger, presidente della banca centrale slovena e membro del consiglio della Banca centrale europea.
Intanto la Grecia ha un nuovo presidente della Repubblica: si tratta di Prokopis Palvopoulos, conservatore ed in passato ministro degli Interni per “Nuova democrazia”. La sua nomina ad un ruolo largamente cerimoniale è stata una sorpresa. Il candidato più previsto era il commissario europeo all’immigrazione Dimitris Avramopoulos.

Fonte: Balkan Magazin, Agenzie

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