Libia, Italia pronta a guidare la missione Onu
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Libia, Italia pronta a guidare la missione Onu

Il Consiglio di Sicurezza si è concluso e Sebastiano Cardi dice che l'Italia sarà protagonista nella questione libica.

Isis in azione
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19 Febbraio 2015 - 09.05


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L’Italia è determinata a contribuire alla stabilizzazione della Libia attraverso il dialogo sponsorizzato dalle Nazioni Unite ed è pronta ad assumere un ruolo guida nella cornice dell’iniziativa Onu. Lo ha detto in Consiglio di Sicurezza il Rappresentante Permanente italiano Sebastiano Cardi.

La riunione fiume all’Onu è stata convocata per discutere la richiesta dell’Egitto – che continua a martellare l’Isis – di affrontare l’espansione dello Stato islamico in Libia col pungo di ferro, ovvero con una forza militare sostenuta dalle Nazioni Unite. Proprio mentre da alcuni documenti segreti emerge l’inquietante ‘rivelazione’ che l’Isis intende utilizzare il territorio libico per portare “il caos nel Sud dell’Europa”.

Obama Secondo il presidente americano, la forza militare da sola non può però risolvere il problema del terrorismo, ed è necessario contrastare la propaganda secondo cui “gli Stati Uniti sono in guerra con l’Islam: è una bugia”, ha detto. Il Cairo però preme per una risposta muscolare. Dopo i raid aerei di lunedì e martedì, le forze egiziane hanno compiuto oggi anche un’incursione via terra, fino a Derna, e secondo alcune fonti “hanno ucciso 155 combattenti dell’Isis e ne hanno catturati altri 55”.

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Il tutto mentre all’Onu il governo egiziano insiste affinché venga quantomeno revocato l’embargo sulle armi per il governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, cioè quello costretto ad operare da Tobruk poiché a Tripoli la fa da padrone un governo ‘parallelo’ formato dalle milizie islamiche.

Mediatore all’opera L’orientamento del Palazzo di Vetro sembra però diverso. Al momento la prospettiva più concreta sembra quella che prevede di concedere altro tempo al mediatore dell’Onu Bernardino Leon, considerato che un intervento militare internazionale, o anche la fornitura di altre armi ad una sola delle parti in conflitto allontanerebbe la possibilita’ di una soluzione “politica”.

Ma “mentre il negoziato muove i primi passi, la situazione in Libia si aggrava”, ha ammonito oggi il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. “Il tempo non è infinito, e rischia di scadere presto, pregiudicando i fragili risultati raggiunti” dalla mediazione Onu sostenuta dall’Italia, ha affermato. L’Egitto non rinuncia però ad esercitare pressioni.

C’è il rischio che “barconi pieni di terroristi” arrivino sulle coste italiane, ha avvertito l’ambasciatore egiziano a Londra, Nasser Kamel, mentre il premier libico Abdallah al Thani ha a sua volta affermato che membri dell’Isis e di Boko Haram hanno raggiunto o stanno raggiungendo i gruppi terroristici in Libia, che a loro volta si starebbero avvicinando al confine con la Tunisia.

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Le reazioni Il Qatar ha richiamato il suo ambasciatore in Egitto “per consultazioni”, dopo tensioni in merito alla scelta del Cairo di bombardare obiettivi jihadisti in Libia. Lo riporta l’agenzia di Stato qatariota Qna. Secondo il ministero degli Esteri qatariota, la decisione è stata presa dopo le dichiarazioni del delegato egiziano alla Lega araba, Tareq Adel.

L’Isis in Libia minaccia la pace e la sicurezza della Libia e la sicurezza di Paesi africani limitrofi e dell’Europa. Lo ha detto il ministro degli esteri del governo libico di Tobruk Mohammed al Dairi chiedendo al Consiglio di Sicurezza la revoca dell’embargo della vendita di armi. Dairi ha precisato che il suo governo non chiede un intervento internazionale in Libia.

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