Disastro Airbus: corpi ovunque, si temono incursioni dei lupi
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Disastro Airbus: corpi ovunque, si temono incursioni dei lupi

Per i soccorritori non è stato facile. Si tratta di zone di montagna molto aspre, scarsamente antropizzate.

Disastro Airbus: corpi ovunque, si temono incursioni dei lupi
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25 Marzo 2015 - 10.50


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Sono stati accesi fuochi sulle pendici del vallone del Galèbre, per evitare che allo scempio di questa tragedia si aggiungano le incursioni dei lupi che popolano quelle montagne e che, soltanto una settimana fa, hanno sbranato un gregge di pecore che pascolava sulle pendici del Col du Mariaud.

Per i soccorritori non è stato facile. Si tratta di zone di montagna molto aspre, scarsamente antropizzate. Ma non c’è stato tempo per piangere, si è dovuto agire in fretta. Lo spettacolo di fronte al quale si sono ritrovati i soccorritori è stato spaventoso: l’impatto ha letteralmente sbriciolato l’Airbus. Quando il sindaco di Le Vernet, François Balique, ha chiesto a Christophe Castaner che cosa vedeva dall’elicottero alzatosi in volo, questi ha risposto solamente “pezzi”.

Frederick Stephàne Delpays è l’uomo che ha visto cadere l’aereo. Nessun rumore, solamente il velivolo che perde quota, la parte anteriore che punta verso il basso e la consapevolezza, da parte dell’allevatore, di un impatto imminente: “Non ho sentito nessun rumore, ho solo alzato gli occhi e l’ho visto che stava planando, con una traiettoria leggermente verso il basso. Non può salire, ho pensato, si va a schiantare”.

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Nella parte alta di Le Vernet qualcuno vede alzarsi una colonna di fumo: è Richard Bertrand a organizzare il primo convoglio di jeep per raggiungere il luogo dello schianto: tre jeep 4×4 partono alla volta del luogo dell’incidente, le pendenze sono proibitive, 50 minuti fino alla cresta della montagna dalla quale, poi, bisogna scendere.

Sul posto ci sono i corpi dei passeggeri e i resti dell’aereo, il rottame più grande è, indicativamente, della misura di una scrivania.

Giù, nella valle, i soccorsi vengono organizzati con tempestività: pompieri e Protezione civile coordinano i soccorsi, trasformano il campo di Seyne-des-Alpes in un parcheggio per i soccorritori e arrivano anche decine di ambulanze che, purtroppo, risulteranno inutili.

Qualcuno, nello shock di questa tragedia, pensa ai lupi, a quello che potranno fare ai cadaveri e ai resti scomposti dei passeggeri dell’Airbus A320.

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