Russia, ucciso il leader degli jihadisti del Caucaso
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Russia, ucciso il leader degli jihadisti del Caucaso

Aliaskhab Kebekov, capo del sedicente emirato del Causaso, sosteneva l'islamizzazione di tutta la società e la lotta agli infedeli.

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20 Aprile 2015 - 16.54


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Il successore di Doku Umarov alla guida degli jihadisti riuniti nell’Emirato del Caucaso, il teologo di formazione Aliaskhab Kebekov (Amir Ali Abu-Muhammad), è stato ucciso ieri nel Daghestan in una operazione delle forze di sicurezza russe. La notizia diffusa “in via preliminare” dal’agenzia per la lotta al terrorismo è stata confermata dal Kavkaz Center, il sito di notizie vicino agli estremisti islamici della regione.

Kebekov, 43 anni, a capo dell’Emirato del Caucaso solo dallo scorso anno (era stato Umarov a fondarlo nel 2007 come unione dei diversi gruppi jihadisti attivi nella regione), di origini daghestane, con studi sia nel Daghestan che in Siria, è stato ucciso vicino alla località di Buinaksk insieme ad altre quattro persone fra cui l comandane Shamil Balakhani

Privo di esperienza di combattimento, aveva diretto una madrassa prima di trasformarsi in jihadista. Teorizza l’islamizzazione della società con un contrasto a tutto campo del “sistema degli infedeli”, anche a livello politico, economico e dell’informazione, un cambio di direzione da cui si sono discostati, in favore dell’Is, numerosi comandanti attivi nel Daghestan. Sotto la sua guida è diminuito in modo significativo il numero degli attentati, anche suicidi (lo scorso anno nel Daghestan sono stati uccisi 21 agenti e feriti 70 contro gli 88 uccisi e i 163 feriti del 2013), anche se una delle ragioni citate per il calo della violenza nel Caucaso è anche la partenza dei combattenti locali in Siria. E’ ora considerato come probabile che l’Emirato torni sotto la guida dei ceceni.

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