Lo Porto, ora gli Usa mettono in discussione i droni
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Lo Porto, ora gli Usa mettono in discussione i droni

Dopo la morte dell'attivista italiano e di Warren Weinstein in un raid americano, l'amministrazione di Obama si chiede quali errori siano stati commessi

Giovanni Lo Porto
Giovanni Lo Porto
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24 Aprile 2015 - 09.53


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«Errori come quello che ha portato alla morte di Lo Porto e Weinstein non sarebbero mai avvenuti». Questa era la convinzione dei consiglieri del presidente Obama, ma adesso l’amministrazione si sta chiedendo se si sia fatto abbastanza per eliminare i rischi di questi errori». È quello che scrive oggi il Washington Post a proposito del raid dello scorso gennaio in cui i droni americani hanno uccisi Giovanni Lo Porto e l’americano Warren Weinstein. Ad essere messa in discussione è la stessa strategia seguita in questi anni in cui l’amministrazione Obama ha usato i droni come arma principale della lotta al terrorismo, cioè quella della «near certainty».

Le linee guida per l’autorizzazione ai raid, elaborate dal direttore dalla Cia John Brennan e firmate da Barack Obama, prevedono infatti che la luce verde per l’azione venga data quando sulla base delle informazioni di intelligence si ha la ‘quasi certezza’ che l’obiettivo colpito sia terroristico e che non si rischia di mettere in pericolo civili. «Purtroppo quest’ultima valutazione della ‘near certainty’ si è rivelata sbagliata», ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. Una strategia che in questi anni è stata duramente condannata e contestata dalle associazioni per i diritti umani che accusano l’amministrazione Obama di aver provocato la morte di centinaia di civili. Weinstein e Lo Porto «non sono assolutamente i primi innocenti uccisi dai nostri droni, e in nessun altro caso gli Stati Uniti hanno chiesto scusa per i loro errori», ha detto Alka Pradhan, avvocato di Reprive U.S., organizzazione che rappresenta le vittime civili dei droni.

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Barack Obama ha annunciato che un’inchiesta verrà condotta per determinare come si sia arrivati a questo tragico errore, ma nella intelligence community c’è chi crede che non sia possibile arrivare ad un livello più alto di certezza se si vuole mantenere l’uso dei droni. «Chiedere un standard più alto di prova vorrebbe dire la fine di questo tipo di operazioni» ha detto Adam Schiff, capogruppo democratico alla commissione Servizi della Camera, ricordando che in questo caso non si è trattato di un drone che ha colpito «l’edificio sbagliato, una famiglia innocente, la tragedia è stata che vi fossero nascosti ostaggi innocenti».

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