“Temevo di non riabbracciare i miei cari e di non riuscire più a tornare a casa. Mi sentivo impotente. Sentivo la terra muoversi sotto i piedi mentre da lontano, davanti gli occhi, si alzavano gigantesche nubi di fumo, come se ci fossero stati dei bombardamenti aerei. Capi’ che stava succedendo qualcosa di catastrofico”.
Sono le parole di Maria Bille’ la messinese che insieme ad altri quindici italiani, lo scorso 25 aprile si trovava in Nepal per un viaggio turistico. “Ci trovavamo sul bus quando abbiamo avvertito una fortissima scossa. Una vibrazione anomala. Siamo scesi dal pullman e ci siamo accorti che non si trattava di un guasto al bus. La terra tremava molto forte. Sotto i piedi sembrava di avere dei materassini di gomma. Abbiamo cercato di mantenere la calma ma la sensazione e’ stata indescrivibile”.
Un viaggio iniziato lo scorso 17 aprile quando Maria insieme ad altri 15 connazionali hanno deciso di partire alla scoperta di pagode, monasteri e templi.
“Eravamo al termine del nostro soggiorno in Nepal e quel sabato avremmo dovuto essere proprio per le strade dei mercati di Kathmandu a fare gli ultimi acquisti quando, per un caso fortuito, decidemmo di cambiare programma e visitare il tempio della dea Kali e un altro monastero di monaci tibetani”.
Un racconto drammatico segnato dai ricordi di quegli istanti di paura e terrore che continuano a tornare alla mente.
“Dopo svariati tentativi siamo riusciti a contattare i nostri cari che erano molto tesi perché avevano già appreso la notizia dai telegiornali. Li abbiamo tranquillizzati – continua Maria Bille’ – benché questo termine non sia molto appropriato. Lascio immaginare lo stato d’animo. Siamo stati contattati dalla Farnesina che ha lanciato i comunicati per avvertire le famiglie che stavamo bene”.
Due persone non hanno mai abbandonato il gruppo di italiani, la guida e l’autista di origini nepalesi, nonostante avessero saputo che le loro abitazioni erano state rase al suolo.
“La guida turistica e l’autista del pullman hanno avuto difficoltà a mettersi in contatto con le loro famiglie. Solo dopo sono venuti a sapere che le loro abitazioni erano andate distrutte e, nonostante questo non ci hanno mai abbandonati. Sono rimasti con noi fino al giorno della nostra partenza”.
Un bilancio catastrofico registrato in Nepal a seguito del terribile sisma di magnitudo 7,8 dello scorso 25 aprile: più di 6 mila vittime, 11 mila feriti e un milione di persone senza più una dimora in cui vivere.
“Il giorno dopo siamo arrivati all’aeroporto che era praticamente invaso da migliaia di persone che volevano scappare da Kathmandu – continua Maria – . Quando sono arrivata a Palermo non riuscivo a dormire. Ho continuato a sentire vibrare la terra. Adesso sto cercando, attraverso una Onlus del Nepal di fare qualcosa di concreto per questa popolazione. Noi siamo stati miracolati”.
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