Il jihadista francese Gilles Le Guen, affiliato ad Al Qaida nel Maghreb islamico arrestato in Mali nell’aprile 2013, è stato condannato dal tribunale di Parigi ad otto anni di prigione senza condizionale, per associazione a delinquere a fini di terrorismo.
L’uomo, è accusato di aver partecipato alla propaganda di Aqmi, di aver seguito un addestramento in seno al gruppo jihadista e di aver preso parte ad alcune offensive, in particolare a quella di marzo 2013 contro la città di Diabali, nel nord del Mali. Durante le udienze, ha ammesso di essere stato un membro di Aqmi, ma aggiungendo di essersene allontanato quando ha compreso che “non aveva niente da proporre al popolo”. Sessant’anni, padre di otto figli, Le Guen si era convertito all’Islam una trentina di anni fa.
Inizialmente desideroso di vivere isolato e di allevare capre nel Sahara, seguendo le vie della transumanza, si era trasferito con la famiglia in Marocco, poi Mauritania e infine, nel 2011, in Mali. Qui il suo percorso ha incrociato quello degli jihadisti, con cui è entrato in contatto durante i suoi passaggi nel deserto e a cui ha poi finito per unirsi. E’ Il primo condannato in Francia per fatti commessi all’estero, grazie a una legge introdotta nel 2012 che prevede questa possibilità nelle vicende di terrorismo.