L’Isis uccide, squarta, decapita. Non risparmia nessun orrore. Ma nello stesso tempo i raid aerei dell’alleanza che contrastano lo Stato Islamico colpiscono indistintamente jihadisti, ma anche vecchi, donne, bambini, ospedali e case abitate dai civili.
E’ l’altra faccia dell’orrore su cui si tace troppo spesso, quasi che per contrastare l’Isis fosse legittimo uccidere anche gli abitanti delle città sotto occupazione degli estremisti.
In un video – terribile – che mostra il bombardamento di obiettivi civili fatto dall’alleanza anti-Isis nella provincia di Kirkuk, in Irak, c’è l’immagine di un bambino (fortunatamente solo ferito) che indossa una maglia dell’Inter. Un bambino, come tanti bambini, probabilmente innamorato del pallone, con i suoi idoli nel calcio e che, invece, si trova a vivere in una zona occupata dallo Stato Islamico e sotto le bombe dell’alleanza a guida americana.
Quel fotogramma è l’immagine di un orrore senza fine. Frutto dello scontro titanico di cinismi contrapposti. Bambini che sognano un prato per rincorrere un pallone e che devono vivere, quando non restano uccisi, nel terrore.