A piazza Syntagma, davanti al parlamento, è arrivato anche il primo ministro greco Alexis Tsipras che terrà un discorso davanti a una folla di sostenitori del No. “Oggi festeggiamo la democrazia, è una festa, una gioia una purificazione. Siamo già vincitori, la Grecia ha spedito il messaggio dell’orgoglio. No ai ricatti”, ha detto Tsipras aggiungendo: “Vogliamo che l’Europa torni ai suoi valori. Domenica manderemo un messaggio di democrazia e dignità”. Il popolo greco “ha nelle sue mani l’arma più forte, quella della ragione. Abbiamo la ragione dalla nostra parte, vinceremo con orgoglio e dignità”, ha poi sottolineato il primo ministro greco nel suo breve intervento.
Votare No “significa scegliere di vivere in Europa con dignità”. Lo ha detto il primo ministro greco Alexis Tsipras, parlando ad Atene alla folla di migliaia di suoi sostenitori riuniti a piazza Syntagma, davanti al parlamento, che gridavano : Ochi, ochi ” (no in greco).
“Non lasciamo l’Europa nelle mani di chi soffoca la democrazia”, ha detto ancora Tsipras, “Oggi – ha dichiarato – tutta l’Europa vi guarda, guarda il popolo greco … l’intero pianeta guarda a piazza Syntagma, dove è nata la democrazia”. Lunedì, qualsiasi sia il risultato, ha proseguito il primo ministro, i greci non si dovranno dividere ma dovranno lottare insieme “per ricostruire quanto è stato distrutto negli ultimi cinque anni”.
Scontri ad Atene. E’ guerra di nervi in attesa del referendum di domenica. Ci sono stati scontri in centro ad Atene tra la polizia e gruppi di alcune decine di sostenitori del ‘No’ al referendum greco. Gli agenti hanno caricato i manifestanti e hanno lanciato granate stordenti. Molti dei dimostranti coinvolti negli scontri erano vestiti di nero e indossavano caschi.
La polizia di Atene ha effettuato un fermo tra gli antagonisti che poco fa hanno cercato di entrare in piazza Syntagma ingaggiando scontri con la polizia. La tv privata Skai ha mostrato le immagini di quattro agenti in tenuta antisommossa che portavano via un uomo tenendolo ognuno per ciascuno dei quattro arti. Tutto calmo invece nel campo del “si'”, davanti all’ingresso dell’antico stadio ateniese dove, secondo la polizia, gli antagonisti erano diretti.
Consiglio Stato respinge ricorso contro referendum. Il Consiglio di Stato in Grecia ha respinto il ricorso di due cittadini per sospendere il referendum sul pacchetto di aiuti dei creditori di Atene. La sentenza consentirà dunque i regolare svolgimento della consultazione che si terra’ domenica dall’alba al tramonto.
“Respinto” cosi’ il presidente del Consiglio di stato Nikolaos Sakellariou, ha concluso la seduta della Corte. “Il referendum si terra’ ha aggiunto
“Il Sì è un voto per restare nell’euro”: così l’ex premier e leader di Nea Dimokratia Antonis Samaras, in un intervento televisivo, in cui ha ripetuto che il premier Alexis Tsipras non ha voluto ammettere “di essere stato lui a decidere la chiusura della banche” e ha parlato di “scelte antieuropee” del governo, pagate ora dai greci.
Mentre l’Europa trattiene il fiato aspettando l’esito del referendum di domenica, il governo greco va avanti con la campagna per il ‘no’. Ad ogni modo Tsipras assicura che un accordo tra Grecia e creditori internazionali arriverà entro 48 ore dal referendum, qualsiasi ne sia l’esito. E l’Fmi intanto sentenzia: Atene ha bisogno di almeno 50 miliardi di euro fino al 2018. Oggi l’Alta corte greca si esprimerà sulla costituzionalità del referendum. Sempre oggi previste manifestazioni del fronte del ‘sì’ allo stadio Kallimarmaro e del ‘no’ a piazza Syntagma.
Tsipras: accordo 48 ore dopo referendum “Il giorno dopo il referendum sarò a Bruxelles e un accordo sarà firmato”, ha detto ieri sera il premier greco Alexis Tsipras in un’intervista alla tv Antenna, assicurando che la firma di un’intesa arriverà entro 48 ore dal voto.
Parlando all’emittente Ant1, Tsipras ha spiegato che con la vittoria del ‘no’ ci sarà una “soluzione sostenibile” per la Grecia. “Questo accordo può essere il cattivo accordo che ci propongono o uno migliore: più forte è il ‘no’, migliore sarà l’accordo”, ha detto. In caso contrario, se vincesse il ‘sì’ il premier greco ha spiegato che avvierà “le procedure previste dalla Costituzione” per fare in modo che la proposta delle istituzioni (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale) diventi legge. In questo scenario, Tsipras ha detto che non metterà la sua “poltrona” al di sopra gli “interessi della nazione”, suggerendo che potrebbe dimettersi.
Varoufakis: accordo anche con il no. “Un accordo è in vista” anche con la vittoria del No al referendum ed “è più o meno fatto”. Lo afferma, secondo Bloomberg, il ministro delle finanze greche Yanis Varoufakis alla radio irlandese secondo cui “la Grecia resterà nell’euro”. Secondo Varoufakis il voto no porterà a un accordo che includerà “la ristrutturazione del debito”.
Allarme sulle isole. Continua a peggiorare la situazione in Grecia per il settore del turismo a causa della recente decisione del governo di indire un referendum sul piano di salvataggio del Paese. Come riferisce l’edizione online di Kathimerini, diverse isole dell’arcipelago delle Cicladi, dove un gran numero di turisti stranieri si trovano attualmente in vacanza, sono già alle prese con problemi di approvvigionamento, soprattutto per certe categorie di generi alimentari, come la carne, come pure per le medicine. Alla base del problema, secondo la Camera di Commercio delle Cicladi, c’è il fatto che le imprese locali non possono pagare i loro fornitori esteri a causa del controllo dei capitali imposto dal governo. Non solo gli albergatori sulle isole ma anche quelli nel resto della Grecia sono molto preoccupati per il rischio di trovarsi senza forniture di cibi e bevande e temono che, se il problema non verrà risolto al più presto, saranno costretti a chiudere le loro attività. Una tale evenienza significherebbe che solo un anno dopo l’eccezionale stagione del 2014, il settore turistico greco subirebbe un’ondata di licenziamenti e fallimenti di imprese tale da segnare uno dei peggiori record nella storia del Paese. Da parte sua, l’Associazione delle agenzie turistiche elleniche (Sete) ha confermato ieri che negli ultimi giorni il calo delle prenotazioni ha raggiunto il 30-40%. Ciò significa che almeno 240.000 prenotazioni attese negli ultimi cinque giorni non si sono concretizzate.