L'appello della Caritas: non disdite le vacanze in Grecia
Top

L'appello della Caritas: non disdite le vacanze in Grecia

Tra gli itinerari proposti anche la rotta dei migranti, dal confine con la Turchia all’isola di Chios.

L'appello della Caritas: non disdite le vacanze in Grecia
Preroll

Desk2 Modifica articolo

8 Luglio 2015 - 17.33


ATF

“Spaventati dalle notizie degli ultimi giorni molti turisti hanno disdetto i viaggi verso la Grecia, eppure questo è il momento di andare. Perché così oltre a fare una bellissima vacanza si può dare un aiuto concreto a un paese che sta vivendo un momento difficile di crisi. Non c’è da avere paura, bisogna invece aiutare i greci ad andare avanti”. A lanciare l’appello è Danilo Feliciangeli, responsabile Caritas dei programmi di gemellaggio tra l’organizzazione italiana e quella greca.

E’ dal settembre 2012 che la Caritas italiana ha avviato una serie di programmi nel paese ellenico.“Nella prima fase ci siamo concentrati sulla prima assistenza, c’era una larga fetta di popolazione che aveva bisogni urgenti, quindi ci siamo occupati della distribuzione di generi alimentari e di prima necessità. In tutto abbiamo assistito 500 famiglie, oltre duemila persone – spiega Feligiangeli -. Contestualmente abbiamo avviato anche programmi di lungo periodo, in particolare, per sostenere i giovani, maggiormente colpiti dalla disoccupazione. Così abbiamo messo in piedi un progetto di borse lavoro: i ragazzi vengono inseriti in particolare nei servizi sociali e all’interno delle attività della Caritas Grecia. Oltre a questo abbiamo, poi, un programma di animazione sociale e un progetto specifico per l’aiuto ai migranti siriani, in aumento in Grecia dallo scorso ottobre”.

Tra i progetti messi a punto c’è anche quello del turismo solidale, che propone tre itinerari: il primo “Sulle orme di San Paolo”, prevede un viaggio tra Filippi, Salonicco, Cavala, Atene e Corinto, le città toccate dal santo nei suoi viaggi missionari. Il secondo propone un itinerario tra Atene e le isole, che evita i luoghi del turismo di massa, per visitare invece la comunità locale e i luoghi tipici della penisola ellenica. Infine, il terzo itinerario ripercorre la rotta dei migranti, invitando i viaggiatori a mettersi nei loro panni. Il viaggio parte dal confine con la Turchia e il Fiume Evros, si passa poi per Alessandropoli, Salonicco, Atene, Patrasso fino all’isola di Chios. “Abbiamo pensato questo itinerario per spiegare il fenomeno migratorio ai viaggiatori – sottolinea ancora Feliciangeli – e conoscere il lavoro degli operatori, delle associazioni e dei volontari che ogni giorno si prendono cura dei migranti. In generale – aggiunge – nei tre itinerari noi aiutiamo a conoscere la realtà locale, mettiamo i visitatori in contatto con la comunità: si può infatti alloggiare presso le famiglie, prendere contatti con le organizzazioni di volontariato, insomma fare un’esperienza diversa e alternativa di turismo. Oggi – aggiunge – questo è particolarmente importante, perché è un’opportunità di sostenere la Grecia. Sappiamo che molti hanno paura di andare, ma di fatto basta portare con sé un po’di contanti in più. Non c’è nessuna ragione per evitarla come meta turistica”. In questo momento – aggiunge – il paese vive come in “apnea: in alcuni momenti sembra risalire a prendere una boccata d’aria, in altri sembra rimmergersi ancora di più. La gente vive in un’incertezza costante, dopo il referendum una parte di popolazione sembra essersi ricompattata, mentre altri vivono nel terrore e nella sfiducia. Proprio per questo non si può che stare vicini al popolo greco”.

Feliciangeli, che ha vissuto in Grecia diversi anni per curare i programmi di gemellaggio tra i due paesi ora si sta occupando di un nuovo progetto a Erbil. “Lì stiamo assistendo la popolazione scappata dalla minaccia dell’Isis – afferma – nell’ultimo anno si vive in una situazione di emergenza costante e insieme alla Caritas Iraq stiamo fornendo aiuti a migliaia di persone: la popolazione ha bisogno di tutto. Abbiamo acquistato 60 container per 120 famiglie, disttribuiamo cibo e generi di prima necessità. E ora stiamo pensando a programmi di lungo periodo perché gli sfollato rimarranno lì per molto tempo”.

Native

Articoli correlati