Dal 15 agosto, la Corea del Nord avrà un nuovo orario. Tutti i cittadini dovranno infatti portare gli orologio indietro di 30 minuti, creando di fatto “l’ora di Pyongyang”. E’ l’ultima decisione del dittatore Kim Jong-un, per celebrare la liberazione della nazione dai giapponesi alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il 15 agosto ricorre infatti il 70esimo anniversario della resa del Giappone dopo 35 anni di occupazione della penisola coreana.
Il fuso orario a Pyongyang è attualmente nove ore in più rispetto a quello di Greenwich (Gmt), come quello della capitale sudcoreana Seul e di Tokyo. Uno standard introdotto dagli occupanti giapponesi, in quanto, prima dell’occupazione, il fuso orario usato dall’impero coreano era otto ore e mezzo prima del Gmt. “Gli imperialisti giapponesi hanno commesso crimini imperdonabili come privare la Corea del Nord anche della sua ora”, ha detto un funzionario nordcoreano alla Korean Central News Agency.
Sull’orario non esiste un organo internazionale a decidere quale sia il fuso orario da utilizzare: è deciso autonomamente da ogni paese. La Corea del Nord non è l’unico paese che ha creato la propria ora: nel 2007, il Venezuela ha deciso di mandare i propri orologi indietro di mezz’ora perché il presidente Hugo Chavez voleva una “distribuzione più equa del sorgere del sole” per i residenti.
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