“La Russia non abbandona i suoi alleati come fanno gli Stati Uniti. Sono convinto che Mosca continuerà a sostenermi”. Il presidente siriano, Bashar al Assad, ha parlato dei suoi alleati alla tv libanese Al Manar: “Anche l’Iran resterà al nostro fianco. Siamo sullo stesso asse, l’asse della resistenza”
Gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali hanno chiesto fin dal 2011 l’uscita di scena di Assad per poter trovare una soluzione politica al conflitto civile siriano e, dopo l’accordo sul nucleare con l’Iran del mese scorso, l’amministrazione americana ha lanciato segnali di essere intenzionata a collaborare con Mosca su varie questioni, compreso il conflitto in Siria.
Assad, tuttavia, si è detto convinto che il presidente russo Vladimir Putin non accetterà di abbandonarlo al suo destino: “Abbiamo una forte fiducia nei russi – ha affermato – poiché hanno provato attraverso questa crisi, per quattro anni, che sono sinceri e trasparenti nelle relazioni con noi”. “Gli Stati Uniti abbandonano i loro alleati, abbandonano i loro amici”, ha proseguito il presidente siriano, “ma questo non e’ mai avvenuto nella politica della Russia, ne’ durante l’Unione Sovietica, ne’ oggi con la Russia, la Russia non ha mai detto che sosteneva questo o quel presidente per poi decidere di abbandonarlo”. Lo stesso scenario, secondo Assad, vale per Teheran: “Il potere dell’Iran – ha detto – e’ il potere della Siria, e una vittoria per la Siria e’ una vittoria per l’Iran”.
Putin: anche la Siria nella coalizione antiterrorismo. Alle parole di Assad ha indirettamente risposto Putin, che ha mostrato la determinazione della Russia nel non abbandonare il regime di Damasco.
Russia ed Egitto concordano sulla formazione di una larga coalizione antiterrorismo che comprenda anche la Siria. “E’ stato sottolineato che e’ di essenziale importanza creare un largo fronte anti-terrorismo che coinvolga i player chiave internazionali dai paesi della regione, inclusa la Siria”, ha dichiarato Putin in una conferenza stampa trasmessa in diretta tv dopo l’incontro con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi.