Il ministro britannico dell’Interno, Theresa May, ha chiesto che sia rivista la legge sulla libera circolazione nell’Ue, in modo da autorizzare la permanenza in Inghilterra soltanto a chi ha un lavoro, chiudendo le porte ai disoccupati stranieri. Il ministro britannico si è infatti detta proeccupata dall’aumento di di disoccupati stranieri all’interno dell’Unione definendo l’attuale livello dell’immigrazione “non sostenibile”, perché mette troppa “pressione sulle infrastrutture e i servizi pubblici”.
In un editoriale sul Sunday Times, la May ha spiegato che “ridurre l’immigrazione al netto dall’Ue non significa un mancato rispetto del principio di libera circolazione. Quando è stato inizialmente sancita, libera circolazione significava libertà di spostarsi per lavorare, non libertà di attraversare le frontiere per cercare un lavoro o usufruire delle politiche previdenziali”. Secondo il ministro, l’immigrazione dai paesi Ue è più che raddoppiata rispetto al 2010, ed “è per questo che la volontà del governo di rinegoziare la relazione della Gran Bretagna con l’Ue è così importante”.
In aiuto di Londra arrivano anche i ministri di Parigi e Berlino, che hanno espresso l’auspicio che venga convocata una riunione urgente dell’Ue, “entro due settimane”, sull’emergenza immigrazione. Bernard Cazeneuve, Tohmas de Maizière e Theresa May hanno elaborato una dichiarazione comune, che è stata pubblicata sul sito del ministero dell’Interno francese.