Per fronteggiare l’inarrestabile traffico di esseri umani, favorito dalla costante espansione dei flussi migratori, le autorità ungheresi hanno drasticamente inasprito i controlli alle frontiere, grazie anche al sostegno fornito dalle forze dell’ordine slovacche e tedesche. E la scorsa settimana, infatti, il maggiore dispiegamento di uomini e mezzi nelle zone di confine ha dato i suoi frutti: 27 cittadini rumeni sono stati arrestati dagli agenti di polizia ungheresi con l’accusa di coinvolgimento nel traffico di esseri umani.
Anche le autorità austriache, in seguito al ritrovamento di ben 71 cadaveri di profughi in un tir abbandonato nel Paese, hanno rafforzati i controlli lungo il confine con l’Ungheria, arrestando nel fine settimana due trafficanti – anch’essi di nazionalità rumena – intenti a trasportare in un minivan 26 migranti fuggiti dall’Afghanistan e dal Bangladesh, tra cui tre bambini in grave stato di disidratazione che sono stati immediatamente ricoverati. Nel frattempo proseguono le indagini sulla morte dei 71 migranti: oltre alle cinque persone arrestate inizialmente (quattro bulgari e un afghano), gli agenti austriaci hanno fatto scattare le manette per altri due uomini, la cui cittadinanza è ancora ignota.
“Il gravissimo incidente che ha indignato l’Europa e il mondo intero – ha dichiarato la ministra degli Interni austriaca Johanna Mikl-Leitner – è l’ennesima prova che l’Ue deve mettere in moto il prima possibile una politica unitaria sulla questione dei rifugiati e dei migranti, in modo da arginare una volta per tutte il fenomeno criminale del traffico di esseri umani. Abbiamo il dovere di proteggere i rifugiati”.
“Tutti gli Stati europei devono inasprire i controlli alle frontiere – recita un comunicato stampa diramato dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) – per evitare che si verifichino nuove tragedie”.
(Fonte: Balkan Insight)