Con una spettacolare parata la Cina celebra i settanta anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. E come sempre, la celebrazione si tinge di molti altri significati. A Pechino presenti molti capi di Stato: Putin, Ban Ki-moon e il presidente sudcoreano Park Geun-hye. L’assenza più pesante quella di Kim Jong-un, che avrebbe declinato l’invito all’ultimo momento, perchè voleva un trattamento privilegiato rispetto agli altri ospiti internazionali.
Altro grande assente: il Giappone. Non solo perché ha perso la seconda guerra mondiale, ma anchea causa dei rapporti tesi tra i due Paesi rispetto alla contesa territoriale sulle isole Senkaku. Nessun paese occidentale ha mandato un rappresentante sempre per le dispute territoriali che la Cina ha in corso con paesi del sudest asiatico e col Giappone. L’Italia invece è rappresentata dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
Il presidente Xi Jinping pone l’accento sull’annuncio della riorganizzazione dell’Esercito di Liberazione Popolare. Durante l’ineugurazione Xi fa sapere che la Cina “per quanto forte diventi” non “cercherà mai l’egemonia” sugli altri Paesi. “L’esperienza della guerra – ha sottolineato Xi – spinge la gente a dare alla pace un valore ancora maggiore”.
Per le strade di Pechino 12mila soldati la sfilata dei più moderni armamenti cinesi hanno lo scopo di “ricordare la storia, onorare coloro che hanno sacrificato le loro vite, amare la pace e aprirsi al futuro”.
