Tre miliardi di euro ai Paesi vicini della Siria per arginare l’esodo di migranti. Il premier ungherese Orban ha annunciato il piano da proporre all’Unione Europa in un’intervista al quotidiano tedesco Bild: “Noi abbiamo un piano, che presenterò ai leader dell’Ue al nostro prossimo incontro. Prevede un sostegno finanziario massiccio per i Paesi vicini della Siria, come Turchia, Libano e Giordania, dove si trovano centinaia di migliaia di profughi siriani in fuga dalla guerra”.
Orban ha parlato di aiuti per tre miliardi di euro, ma, “se serviranno più soldi, noi li aumenteremo, fino a quando non si interromperà il flusso di rifugiati”. L’idea alla base della proposta del premier ungherese è che “questi migranti non vengono dalle zone di guerra, mai dai campi situati nei paesi vicini. Lì sono al sicuro, dunque questa gente non fugge dal pericolo, da quello sono già scappati e non dovranno più temere nulla per la loro vita”.
E ancora, ha insistito Orban, i rifugiati che arrivano in Europa non lo fanno “perché cercano la sicurezza, ma perché vogliono una vita migliore rispetto a quella nei campi” profughi. “Vogliono una vita tedesca, forse una vita svedese – ha concluso – Ma c’è un fatto, non esiste un diritto fondamentale ad una vita migliore, ma solamente un diritto alla sicurezza ed alla dignità umana”.
Ungheria, oltre 3mila arrivi nelle ultime 24 ore. Nel corso delle ultime 24 ore sono stati 3.023 i migranti e profughi affluiti in Ungheria attraverso la frontiera con la Serbia. Come ha riferito la polizia locale, citata dai media a Belgrado, si tratta in prevalenza di siriani, afghani e pachistani.
La Commissione Ue valuta l’impatto della crisi. La Commissione europea è pronta a valutare i costi sostenuti dagli Stati Ue nell’accoglienza dei migranti in vista di una riflessione sulla possibilità di escludere queste spese dagli obiettivi di bilancio secondo il Patto di Stabilità. Lo ha detto il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, arrivando alla riunione informale dell’Ecofin a Lussemburgo. “Molti Paesi ieri hanno chiesto di riflettere sui costi economici della crisi dei rifugiati. La Commissione europea è pronta a condurre tutte le analisi chieste dagli Stati membri sia sugli effetti economici che sul bilancio”, ha spiegato. Moscovici ha sottolineato che “terremo in considerazione ogni circostanza eccezionale e torneremo qui con analisi molto precise”. Al Consiglio Ecofin del prossimo 5 e 6 ottobre il tema dovrebbe essere nuovamente discusso dai ministri Ue delle Finanze. Nel caso in cui si decida di riflettere sulla flessibilità dei costi rispetto alle regole del Patto di Stabilità, “la Commissione farà le proprie valutazioni quando si tratterà di esaminare il bilancio degli Stati”, ha concluso.