Già sobbarcati da una mole di lavoro extra a causa dell’irrefrenabile flusso migratorio che si sta riversando nella repubblica ex Jugoslava (dove, da quando l’Ungheria ha sigillato il confine con la Serbia con una barriera di reti e filo spinato, sono giunti quasi 25mila profughi diretti verso il Nord Europa), gli agenti di polizia croati sono costretti a occuparsi anche dei disdicevoli effetti collaterali che un fenomeno sociale così grave e complesso può generare. Dunque, oltre ad assistere i rifugiati e a scortarli nei centri di accoglienza e nelle tendopoli, i poliziotti stanno dando la caccia ai truffatori di ogni sorta che vedono nell’emergenza migratoria un’ottima opportunità per mettere a segno qualche raggiro. E infatti, stando a un comunicato stampa diffuso dal ministero degli Interni, dall’inizio della crisi migratoria croata ad oggi sono stati denunciati 14 casi di truffe compiute ai danni dei migranti.
Si tratta perlopiù di raggiri messi in atto da sedicenti tassisti (a bordo quindi di taxi illegali) e agenti di cambio che sfruttano il cambio favorevole euro-kuna (la valuta croata). Tra l’altro il ministero degli Interni ha riportato qualche episodio avvenuto negli ultimi giorni: un “agente di cambio” ha voluto 55 euro per 250 kune, guadagnando illecitamente 50 euro (una discreta somma, considerato l’esiguo importo iniziale); un “tassista” ha chiesto il pagamento di ben 400 euro per il percorso Beli Manastir – Osijek (appena 35 chilometri), mentre un suo collega truffatore ha voluto invece 7mila euro per 50 chilometri.
A ogni modo, il ministero ha inviato delle squadre di agenti supplementari nelle zone di frontiere per monitorare la situazione e arrestare i truffatori, guarnendo peraltro l’autostrada verso Zagabria di numerosi posti di blocco, in modo da localizzare più facilmente i taxi illegali.
(Fonte: Jutranji List)