Prodi: raid in Siria non bastano. Obama e Putin troveranno un'intesa
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Prodi: raid in Siria non bastano. Obama e Putin troveranno un'intesa

L'ex premier parla della tensione tra Stati Uniti e Russia per l'appoggio di Putin ad Assad: Obama deve rassegnarsi

Romano Prodi
Romano Prodi
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2 Ottobre 2015 - 10.25


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“Credo che Obama e Putin troveranno un accordo sulla Siria. Anche la Russia vuole combattere l’Isis, ma
ma si tratta d’una guerra per procura, nessuna delle due potenze invierà truppe sul terreno. Quindi quel malandato esercito di Assad va rafforzato e ben armato perché quello soltanto dispone di truppe sul terreno. Putin appoggia Assad, Obama no, ma dovrà rassegnarsi perché con i soli bombardamenti aerei l’Isis non sarà battuto”. Sono le parole di Romano Prodi, intervistato da Eugenio Scalfari su Repubblica.

Ucraina.”Ho parlato alcuni mesi fa con Putin. Lui una soluzione l’ha già proposta e ha intenzione di convincere Obama anche su questo punto: l’Ucraina come Stato-cuscinetto e perciò neutrale tra Est e Ovest”, dice Prodi. “Quanto alle regioni russofone le proposte di Putin sono difficilmente accettabili; nel nostro incontro gli ho suggerito di studiare la soluzione che l’Italia adottò sull’Alto Adige”. Per l’ex presidente della Commissione europea, “Draghi è il solo che spinge verso la costruzione degli Stati Uniti della Ue. Ci vorrebbe un Paese forte o un gruppo di Paesi forti che fossero decisi ad agire in quella direzione e una pubblica opinione che li aiutasse a imboccare quella strada. Ma non si vede traccia di tutto ciò”.

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La ripresa. Parlando dell’economia “la ripresa comincia a manifestarsi anche da noi. E’ ancora poco percepibile ma segnali di miglioramento ci sono e Renzi è molto bravo nel trasformarli in consenso”, dichiara Prodi. La ripresa “non dipende soltanto dalla politica del nostro governo, molto dipende ancora una volta da Draghi. Renzi lo sa e sia pure a mezza bocca lo dice. La posizione di Renzi che non mi è chiara – aggiunge – è il suo atteggiamento verso l’ipotesi di un’Europa federale. Quando parla delle emigrazioni sembra auspicarlo”.

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